tag:blogger.com,1999:blog-61635984342476246022024-02-08T01:10:06.869+01:00unità a sinistraUnknownnoreply@blogger.comBlogger108125tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-86749745185594965182013-06-25T15:36:00.002+02:002013-06-25T15:36:26.042+02:00L’IVA E LE SCIOCCHEZZE<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 45.0pt;">
La CGIA di
Mestre è considerata una struttura che sa far di conto e quindi prendiamo per
buoni i suoi dati. In aprile ha pubblicato una interessante tabella per
illustrare le ricadute dell’aumento di un punto dell’IVA. I dati apparvero
sulla stampa per qualche giorno poi scomparvero, quando il tono politico
cominciò a essere quello della “mannaia calata sulle teste degli italiani”, di
un “ulteriore aggravio della recessione”, di una“manovra che colpisce ancora di
più la crescita”. Perché? Perché i dati confermavano un’altra storia e
dimostravano che erano ben altre le scelte e le decisioni che colpivano gli
italiani, e in particolare quelli più deboli. Dei quali le scelte di governo si
occupano solo verbalmente, per convenienza, e mai sul serio.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 45.0pt;">
E allora
guardiamo i dati della tabella della CGIA e commentiamoli.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 45.0pt;">
Prima
questione. L’aumento di un punto comporterebbe un aggravio di 103 euro su base
annua (8,58 al mese) per una famiglia di 4 persone in grado di spendere 31.278
euro nel corso dell’anno. Documenta la CGIA che per una famiglia di 3 persone
l’aggravio annuo sarebbe invece di 88 euro (7,33 al mese), con una capacità di
spesa ovviamente ridotta. E’ interessante vedere come la CGIA ha individuato i
settori di spesa della famiglia di 4 persone, ricordandone i principali. Ci
sono ad esempio 7.400 euro di spesa alimentare, per i quali l’incremento annuo
dell’IVA sarebbe di soli 2 euro (occorre ricordare che i prodotti fondamentali,
pane pasta riso latte verdure, hanno l’IVA al 4%, carne pesce formaggi al 10%,
ma per questi non è previsto nessun aumento; un prodotto colpito sarebbe lo
spumante, ma è difficile considerarlo un bene primario, e in ogni caso la CGIA
prevede che quella famiglia ne faccia un moderato consumo dal momento che prevede
una maggiorazione su base annua di 2 euro!). Altri 2500 euro per abbigliamento,
2000 per i mobili, 1770 per il tempo libero la cultura e i giochi, 4300 per non
meglio identificati beni e servizi, 729 per comunicazioni (accidenti ai
telefonini!) e ben 6358 per i trasporti (sarebbe il caso che in quella famiglia
si facessero qualche abbonamento).</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 45.0pt;">
Ma la cosa
strabiliante è che i 103 euro di aggravio sono calcolati per una famiglia in
grado di spendere più di 31 mila euro, quindi netti. Non viene in mente a
nessuno di comparare questo dato con le dichiarazioni dei redditi? Per avere un
netto di 31 mila euro il reddito lordo deve essere di 45.000 euro. Ebbene: la
metà dei contribuenti italiani denuncia un reddito inferiore a 15.723 euro; il
reddito medio per tutti i contribuenti è pari a 19.655 euro; quello dei
lavoratori dipendenti è pari a 20.020 euro; quello dei pensionati a 15.520.
Naturalmente, quello degli imprenditori è pari a 18.884, perché, come è noto,
un padrone guadagna meno di un operaio che lavora per lui! </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 45.0pt;">
Allora, per
famiglie normali, anche se lavorano in due, il reddito disponibile per la spesa
è molto inferiore a quello sul quale la CGIA ha impostato i suoi calcoli, per
altro giusti. Ed essendo inferiore, è persino ovvio che le riduzioni di spesa
riguardino mobilia, abbigliamento, generici beni e servizi, cultura
(purtroppo!) e trasporti (meglio abbonamenti e a piedi, quando è possibile!).
Non riducendo le spese alimentari, per le quali l’aumento è come detto
assolutamente ininfluente, si può dedurre che per una delle tante famiglie
“normali” l’incidenza dell’aumento dell’IVA è pressoché prossimo allo zero o al
più si riduce a qualche centesimo di euro al mese. E allora? La mannaia, la
crescita colpita, la recessione? Tutte balle, tutto fumo negli occhi, pure
campagne elettorali di queste bande farneticanti che pretendono di governarci.
Il problema è che l’IVA sullo yacht e sulla Ferrari con l’aumento di un punto
produrrà un aggravio di 10, 20 mila euro, e a quei maiali che si devono
comprare lo yacht e la Ferrari dispiace! I consumi diminuiscono perché aumenta
la povertà, perché aumentano disoccupati, precari, esodati, perché crescono le
preoccupazioni e le angosce per il futuro. Ma di questo le caste non si
occupano.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 45.0pt;">
Basta vedere
che fra le proposte per recuperare il gettito del punto in più di IVA (2
miliardi nei prossimi sei mesi, 4 e qualcosa il prossimo anno) c’è anche quella
di aumentare le accise sulla benzina. Sono anche dei veri idioti: l’aumento del
costo della benzina è stata una delle concause della riduzione degli acquisti
di carburante (non male rispetto all’inquinamento, ma comunque un segnale di
restringimento del reddito), e il calo del gettito fiscale proveniente dalle
vendite è stato più alto del guadagno previsto con l’aumento delle accise!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 45.0pt;">
Alla prossima.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-26056737085417244962013-06-25T15:35:00.001+02:002013-06-25T15:35:29.158+02:00VOTO: ANALISI DI UNA VOLTA<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 45.0pt;">
Già, una volta.
Non solo si votava diversamente, ma anche l’analisi del voto era più seria.
Intanto perché non ci si basava sulle percentuali, spesso ingannevoli, ma sui
voti effettivi. E allora proviamoci.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 45.0pt;">
Un dato è
certo: in tutte le città capoluogo a cominciare da Roma nelle quali si è votato
al ballottaggio, il candidato del PD e della coalizione che lo sosteneva hanno
vinto superando il numero di voti ricevuti al primo turno, e ciò nonostante la
crescita dell’astensionismo. Succede appunto a Roma, dove Marino acquisisce
oltre 150.000 voti in più nonostante 183 mila votanti in meno, mentre Alemanno
si deve accontentare di 10 mila voti in più, la metà di quelli che al primo
turno sono andati a liste della destra fascista, i cui sostenitori avranno pur
riconosciuto una vicinanza con le origini dell’ex sindaco. Non credo possano
esistere dubbi sul fatto che una parte consistente dei voti grillini del primo
turno (erano stati più di 130 mila) siano andati a Marino, che oltre tutto li
aveva esplicitamente richiesti. Ma la stessa cosa avviene a Brescia (Del Bono
guadagna più di 12 mila voti mentre il pidiellino si deve accontentare di un
incremento<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di soli 2 mila voti), a
Treviso (Manildo migliora di 4 mila voti mentre il trucido sceriffo leghista si
ferma a 3 mila) e a Imperia (il candidato piddino conquista 3 mila voti in più
mentre il pidiellino scajolano arretra addirittura di 2 mila voti). Il PD
festeggia con un 16 a 0 il voto delle grandi città, alle quali potrà
probabilmente aggiungere le quattro città capoluogo della Sicilia, realizzando
un vero cappotto: 20 a zero (e prima delle elezioni il punteggio era di parità,
10 a 10, ma con dentro città come Roma, Brescia, Vicenza, Viterbo, Catania,
Messina che erano tutte a gestione berluschina).</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 45.0pt;">
Dalla Sicilia
viene un risultato importante: la quasi scomparsa del movimento grillino.
Alcuni dati, fra quelli pervenuti dato l’allucinante ritardo nello spoglio, la
dicono lunga. A Catania, dove vince Bianco al primo turno (e non è una bella
cosa, dato il livello dell’individuo) Grillo retrocede dai 18 mila voti delle
regionali del 2012 e dai 48 mila delle politiche di tre mesi fa a 5.869 voti.
Idem a Siracusa: dai 19 mila del 2012 e dai 22 mila e passa di tre mesi fa a
2.315 voti. Buffoni del calibro del comico e di quel sedicente filosofo
genovese dicono che hanno vinto a Pomezia, in un paesino sardo e che, forse,
vanno al ballottaggio a Ragusa. Chi si contenta gode, dice un tiepido
proverbio, ma la questione sembra proprio un’altra: tre mesi di figuracce, di
insipienza, di non fare nulla rispetto alle promesse hanno già stancato e
disilluso una fetta enorme di cittadini che a quel movimento si erano rivolti
attratti dalle imprecazioni contro la casta, assolutamente giuste ma
altrettanto assolutamente insufficienti a determinare un orientamento politico
e soprattutto una strategia con la quale tentare di portare a soluzione almeno
uno dei problemi che affliggono sempre di più il paese. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 45.0pt;">
Resta
impressionante la celerità con la quale si cambia opinione nei confronti delle
cinque stelle contrapposta alla lentezza con la quale ci si allontana da quel
buco nero della decenza e della politica rappresentato dalla truppa
berlusconiana. Ma può destare impressione anche il fatto che, nonostante
l’inciucio, altrimenti detto larghe intese dai suoi promotori, e il conseguente
governo Lupetta (ringrazio ancora una volta Crozza per una delle sue genialità:
Lupi+Letta=Lupetta!), una parte ancora così rilevante del corpo elettorale, per
quanto ulteriormente ridotto dall’astensione, abbia dato fiducia al PD. Conta
indubbiamente la logica del meno peggio, anche se non sempre è così (nel senso
che al peggio non c’è mai fine!) o in qualche caso non lo è davvero (vedi Roma,
dove sicuramente la scelta di Marino è stata un’ottima scelta, basta guardarsi
indietro!). Credo che prevalga lo smarrimento derivante dalla assenza di
alternative. E qui il discorso ritorno al dramma della sinistra, al suo sempre
più ridotto consenso, alla incapacità di offrire risposte credibili, alla
sterile contrapposizione tutta ideologica e mai nel merito delle questioni.
Oltre a prove di vero e proprio istinto suicida. L’altro giorno sentivo un
compagno di Rifondazione esaltare con convinzione il bisogno di correnti
all’interno di un partito. Come dire che, superata in discesa la soglia dell’1%
ci si debba limitare alla conquista del 2 o 3 per mille dei consensi. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 45.0pt;">
No, non credo
proprio che quel terzo abbondante di cittadini che non votano si possano
interessare alle dispute correntizie. Facciamo qualcosa prima che quel terzo
diventi metà o anche più. E soprattutto non consoliamoci con la raggiunta
assimilazione all’andamento presente in molti paesi dell’occidente. In quei
paesi non si era mai superata la soglia del 90% di partecipazione e quindi i
loro livelli attuali sono un lento calo, non un precipizio. Se c’è un
precipizio ci casca dentro anche ciò che resta della democrazia.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-37994151278841236762013-06-25T15:32:00.002+02:002013-06-25T15:32:35.320+02:00NON SI VOTA PIÙ COME UNA VOLTA!<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span class="usercontent">Ho appreso su FB che, per cercare di attenuare il crollo di
consensi registrato nelle recenti elezioni amministrative, il guru delle stelle
ha paragonato il recente voto di Roma con quello di cinque anni fa. Dal che
risulterebbe uno strepitoso aumento del 222%! Solo un cialtrone come lui
potrebbe essere capace di una cosa così azzardata. E lo conferma il fatto che i
crolli degli altri (PD e PdL) sono calcolati non sulla base delle minori
percentuali di voto registrate ma in percentuale sul calo dei voti ricevuti.
Insomma, se gli elettori erano 100 e un partito aveva 50 voti, la sua
percentuale era 50%; se poi votano in 50 e i voti ricevuti sono 25 non conta il
fatto che la sua percentuale sia rimasta pari al 50%, conta invece che abbia
perso il 50% dei voti (altra cosa sarebbe la preoccupazione per il calo enorme
di affluenza al voto, ma di questo parliamo più avanti). Ovviamente è ridicolo
che il cialtrone faccia il confronto con cinque anni fa, all’esordio del M5S, e
non invece con il voto di tre mesi fa, cioè con l’altro ieri. Oltretutto a Roma
si era votato negli stessi giorni anche per le regionali, vicine quindi alla
logica di un voto amministrativo, e il candidato di Grillo, pur perdendo
120.000 voti rispetto al voto delle politiche (già è incredibile che 120.000
elettori cambino voto cambiando scheda!), aveva comunque ottenuto 316.923 voti,
pari al 20,09%, oltre 185.000 voti in più di quelli che tre mesi dopo porta a
casa il candidato sindaco, con il 12,8%.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span class="usercontent">Credo che non possano esserci dubbi sul fatto che: cianciare
di scontrini; rifiutare ogni logica di governo del paese; limitarsi alle
condanne dei servi dell’informazione, mistificando oltretutto il fatto
innegabile che la presenza in ogni talk-show delle comparsate di Grillo nelle
piazze ha certamente favorito il consenso alle liste del movimento; tutto ciò
abbia deluso centinaia di migliaia di elettori (potremmo dire quasi 5 milioni
se il dato si riflettesse sulla platea nazionale). Il risultato negativo pare
stia creando rabbia e dissenso fra molti degli eletti. Non ci sono fra questi
soltanto quelli che non intendono rinunciare così presto ai privilegi e ai
soldi che le cariche parlamentari e amministrative consentono. Credo che ci
siano tanti, a differenze di chi indecorosamente li rappresenta e si arroga il
diritto di esserne ispiratore e portavoce, a essere davvero già stanchi di
questo modo inconcludente di condurre una battaglia politica, specialmente in
presenza di una crisi gravissima che ogni giorno aumenta in dimensione e
pericolosità. Speriamo che qualche risultato si concretizzi. E ancora di più
dopo le ultime offese del pessimo comico indirizzate contro uno dei
galantuomini del paese, proprio quel Rodotà che un mese fa elettori e
parlamentari grillini volevano, giustamente, come presidente della repubblica!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span class="usercontent">Dicevo del dramma dell’astensione. E’ di una dimensione
spaventosa. Mette in secondo piano il fatto, pur positivo, che la destra abbia
perduto consensi e che il ballottaggio potrebbe garantire a tante città una
guida meno oltraggiosa di quelle precedenti della destra. Penso a Brescia, a
Treviso, soprattutto a Roma: se qualcuno pensasse che Marino e Alemanno sono la
stessa cosa lo inviterei a farsi ricoverare in psichiatria! Ha scritto Massimo
Giannini qualche giorno fa su <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Repubblica</i>:
“Se la democrazia rappresentativa non mi rappresenta perché non risolve i
problemi della mia vita quotidiana il mio voto non serve”. Si può aggiungere
che purtroppo questo modo di pensare è presente proprio negli strati più deboli
della popolazione. Ed è la contraddizione più lacerante, perché chi è forte,
chi sta bene, chi è ricco, può anche fregarsene di chi e come si governa,
mentre è proprio chi è debole che dovrebbe vedere garantito da qualche scelta
di governo il diritto a forme di protezione. E invece no.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>E’ proprio nei quartieri popolari che si era
fatto avanti in modo prorompente il fenomeno grillino come espressione di
sfiducia nella politica e che oggi si è registrata la più alta percentuale di
astensione.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span class="usercontent">Che cosa conta la sinistra definita radicale? Il voto di Roma
segna la definitiva scomparsa. Un candidato sindaco di valore, Medici, già
valido e apprezzato presidente di un Municipio, raccoglie con una sua lista e
con quella di Rifondazione e Comunisti italiani (fermi all’1,14%) soltanto
l’1,99%. Oltre mille voti in meno di quelli raccolti dalla destra di Storace,
Casa Pound e Forza nuova. C’è di che rabbrividire. O si comprende che si deve
cambiare quasi tutto o il volontariato di quanti ancora pensano di fare qualcosa
di utile per il paese e per i lavoratori è destinato a produrre soltanto
frustrazione. Lo ripeto ancora una volta: i simboli e i nomi che pensiamo
possano riassumere gli ideali e le giuste aspirazioni di cambiamenti profondi
nell’assetto della società devono essere sostituiti da programmi concreti e
realizzabili sui quali provare ancora a coinvolgere le persone. Non possiamo
più ignorare che cosa la gente alla quale ci dovremmo rivolgere associa alla
parola “comunismo”: senza andare indietro e stare all’oggi, il fatto che i
principali miliardari del mondo siedano nel comitato centrale del partito
comunista cinese, che i nordcoreani siano governati da un buffone coi capelli
crestati che vorrebbe sommergere gli USA di missili lanciati con la fionda. La stessa
Cuba, che a parte il familismo ha sicuramente realizzato riforme più che sane e
condivisibili, ha una popolazione di 11 milioni che rispetto ai 7 miliardi di
popolazione mondiale sono del tutto non rappresentativi. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span class="usercontent">Allora il riferimento ideologico non serve, può essere solo
un diversivo. Forse una lista civica nazionale con un programma chiaro e
leggibile potrebbe rappresentare un elemento di positività. Con il quale
misurarci di nuovo nei quartieri, a cominciare proprio da quelli nei quali
l’astensione dal voto può segnalare un bisogno inascoltato.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-80958276288675270602013-04-24T18:01:00.000+02:002013-04-24T18:01:26.885+02:00NUMERI PER UN PROGRAMMA DI GOVERNO<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Mi capita spesso di ripetere che
sarebbe già un passo avanti per la bella politica se si cominciasse a parlare
con i numeri invece di continuare a ripetere le stesse cose, a volte con parole
diverse. Il vantaggio sarebbe innegabile: ognuno sarebbe in grado di
riconoscere se quella proposta è favorevole o contraria alla propria condizione
sociale, se lo aiuta a uscire dalla crisi e se obbliga qualcuno che non lo ha
mai fatto a farsi carico dei problemi della società.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
L’idea di fondo, un po’
bolscevica, è che si debba partire (esagerando un po’, ma a volte è necessario
per potersi capire) da un concetto semplice: la ricchezza è un reato, commesso
in proprio o da chi ha trasmesso l’eredità. E quindi che la ricchezza va colpita,
nei modi consentiti dalle leggi e dai regolamenti. Cioè in primo luogo dal
fisco.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Qualche esempio. Si era parlato
di ridurre le prime aliquote di un punto, abbassare cioè dal 23 al 22
l’aliquota percentuale sullo scaglione fino a 15.000 euro lordi e dal 27 al 26
l’aliquota per il reddito lordo da 15.000 a 28.000 euro. Ciò avrebbe comportato
riduzioni di tasse comprese fra i 150 e i 280 euro annui. Poco certo, ma in
tempi di crisi non fanno schifo neppure quelli. Quello che fa schifo, invece, è
che non c’era nessun riequilibrio per i redditi un po’ più alti. Quei 280 euro
li avrebbero risparmiati anche Marchionne (no, lui no, perché va in Svizzera) e
Berlusconi, tanto per citarne due a caso. Allora, sempre per stare ai numeri,
quella proposta di riduzione dovrebbe essere integrata con l’aumento da 38 a 39
dell’aliquota fra 28.000 e 55.000 (in questo caso un reddito di 55.000 euro
lordi avrebbe ancora un beneficio di 10 euro annui, ma si tratta di netti di
oltre tremila euro mensili) e con l’aumento da 41 a 42 dell’aliquota per la
parte di reddito fra 55.000 e 75.000 euro (e in questo caso il possessore di un
reddito lordo di 75.000, cioè oltre 4000 euro netti al mese, avrebbe un
aggravio di 190 euro all’anno, cioè 15, 83 euro al mese, non proprio un aggravio
da suicidio).</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Fin qui abbiamo parlato non di
ricchezza, ma di legittimi redditi che provengono dal lavoro, dall’esercizio di
botteghe commerciali, da attività artigianali, quando va bene. Ma è per
significare come sia necessario affrontare la questione proprio partendo dai
numeri. Ovviamente occorrerebbe rivedere al rialzo la tassazione per i redditi
milionari, oggi del tutto assente: infatti lo scaglione più alto previsto è
quello per redditi sopra i 75.000 euro ai quali si applica una aliquota del 43
per cento. Cioè in questo paese ridicolo non c’è differenza di ricchezza fra
chi ha, poniamo, un reddito di 200.000 euro e chi ha invece un reddito di 200
milioni di euro! E ricordarsi che non Lenin, ma il democristiano Vanoni aveva
previsto aliquote fino al 70% per i redditi davvero alti!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E’ persino ovvio che le
osservazioni che precedono indirizzano alla proposta di introdurre una
patrimoniale sui grandi patrimoni, come mezzo prioritario per il reperimento
dei fondi necessari a far fronte a qualche drammatico problema sociale.
Patrimoniale permanente (ovviamente con aliquote più leggere), e non una tantum sia chiaro, e dell’ordine (per quella una tantum) di almeno 5 punti percentuali. E decidendo che deve considerarsi grande patrimonio
quello al di sopra del milione e mezzo di euro. Se si valuta che il solo
patrimonio edilizio del paese ha una consistenza di circa ottomila miliardi,
anche solo una tassa patrimoniale media del 5% porterebbe nelle casse dello
stato quaranta miliardi.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La questione è rilevante anche
per quanto riguarda l’IMU. Ripeto fino alla noia che la più grande sciocchezza
è quella di parlare e insistere sulla “prima” casa. E’ invece necessario
parlare di “unica” casa: se non è di lusso è del tutto logico che l’IMU
sull’unica casa venga eliminata, ricompensata da un aggravio dell’imposta su
chi ha anche la seconda, la terza, la quarta e via patrimonializzando. Le tasse
sono decisive, perché nel bilancio dello Stato rappresentano quasi il 90% di
quei 520 miliardi di euro che sono le entrate previste per il 2013.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Due punti chiave sui quali
intervenire: il bilancio della Difesa presenta una spesa di 21 miliardi, dei
quali 9,68 sono il costo del personale della Funzione difesa (esercito,
aviazione, marina), con i 180 mila militari, e 5,76 miliardi il costo della
sicurezza interna, cioè dell’arma dei carabinieri. Non sono in quei 21 miliardi
i costi per gli inutili, dannosi e inefficaci aerei, il cui contratto di
acquisto va semplicemente stracciato. Ridurre il bilancio della difesa anche
solo di un 5% vorrebbe dire risparmiare un miliardo. Dove metterlo? Per esempio
nel bilancio di Istruzione, università e ricerca, ridotto al lumicino,
nonostante i 40,7 miliardi, perché quella attività è riconosciuta come il
motore fondamentale di qualunque ripresa economica finalizzata al paese e non
ai guadagni illeciti di qualche sporcaccione.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Poi, certo, restituire all’Europa
la lettera berlusconiana di accettazione del vincolo del 3% sulla passività di
bilancio e rivendicare che in ogni caso non entrano in quel computo le
passività derivanti da investimenti destinati all’attività produttiva. E qui
sta il punto decisivo: riavviare con forza la presenza pubblica nell’economia,
alla facce di tutte le lenzuolate e delle stupidaggini ultraliberiste sul
privato è bello e sulla legge del mercato.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Per oggi basta. Ne riparliamo, sperando
in critiche, correzioni, aggiornamenti. Tutto può servire.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-8914224765895985452013-04-24T01:24:00.000+02:002013-04-24T01:24:04.367+02:00ELEZIONI IN FRIULI<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Le elezioni in Friuli aprono ad
alcune considerazioni interessanti, fermo restando il primo dato preoccupante
rappresentato dall’enorme calo dell’affluenza al voto. Ha votato infatti solo
il 50,48 per cento degli aventi diritto, con un calo di 27 punti percentuali
rispetto alle elezioni di due mesi fa e soprattutto con un calo di circa 250
mila votanti.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Un’altra premessa riguarda il
meccanismo elettorale delle regionali, molto diverso dal porcellum. Si può
infatti votare soltanto per il candidato presidente senza votare anche per una
lista che lo sostiene o anche in modo disgiunto (presidente e lista di un altro
candidato). Questo ha fatto sì che ci sia stata una forte differenza fra i voti
di ciascun candidato presidente e quelli ottenuti complessivamente dalle liste
ad essi collegate.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGyRQQNmNrnIqtjRzOCuxDb3TfIcWwfsIZAuy0eaIiMWvr63MUf7c6PVO0DbfuEFh9m9UW2yESTHpfmirT-k7DvZ0oEfGNDzV8rLEWPj-EnBjVxMDe9xj81IiPS4l_1G0x7lcM50544s8D/s1600/FRIULI.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGyRQQNmNrnIqtjRzOCuxDb3TfIcWwfsIZAuy0eaIiMWvr63MUf7c6PVO0DbfuEFh9m9UW2yESTHpfmirT-k7DvZ0oEfGNDzV8rLEWPj-EnBjVxMDe9xj81IiPS4l_1G0x7lcM50544s8D/s1600/FRIULI.jpeg" /></a>Comunque le differenze registrate
rispetto a solo due mesi fa sono impressionanti.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Primo dato. La candidata del
centrosinistra Serracchiani ha avuto 211.508 voti, oltre 13 mila voti in più
rispetto a quelli avuti dalla coalizione Bersani alla Camera. E ciò comporta
che la percentuale, proprio per effetto del calo di votanti, sale dal 27,48 al
39,39, cioè addirittura di dodici punti. All’interno della coalizione è ottimo,
anche se pur sempre contenuto, il risultato di SEL che acquisisce addirittura
58 voti in più, ma con incremento percentuale dal 2,45% al 4,45%. Ora è vero
che il PD conquista come voto di lista solo 107.155 voti, rispetto ai 178.149
di due mesi fa, ma è addirittura ovvio che il voto alla Serracchiani
individuava il partito di appartenenza. Vuol dire che la scelta di un candidato
conta molto. E questo apre una serie di considerazioni sulla personalizzazione
della politica che qui tralascio.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Secondo dato. Il PdL, che pure
aumenta percentualmente di un punto, raccoglie oltre 54 mila voti in meno
(andamento simile quello della Lega, che guadagna un punto e mezzo e lascia sul
terreno oltre 15 mila voti. Dal punto di vista dei voti di lista va segnalato
che quella personale del candidato del centrodestra Tondo raccoglie 42.847
voti, pari al 10,72%, che sommati a quelli del PdL, dell’UDC e della destra,
oltre ai soliti pensionati d’appoggio, porta i voti di lista a 180.657, cioè il
45,21% dei voti di lista espressi. E questa è una delle cose incredibili del
voto friulano. Un 45 e passa per cento come voto di lista e solo il 39% come
voto da presidente, con un totale di 209.442. Si vede che proprio non potevano
sopportarlo. Comunque il centrodestra due mesi fa aveva raccolto 201.865 voti,
il 27,98% e che occorre ricordare che deu messi fa la lista Monti (alle
regionali solo il pezzetto casiniano ha appoggiato il candidato del
centrodestra) aveva avuto ben 92.813 voti, pari al 12,85%.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Terzo dato. Succede per il
candidato grillino l’esatto opposto di quello accaduto a Tondo. La lista
raccoglie soltanto 54.952 voti, il 13.75%, mentre il candidato Galluccio ne ha
avuti 103.133, cioè il 19,21%. Ma per il grillino Galluccio il tonfo rispetto a
due mesi fa è davvero impressionante. Alla Camera il M5S aveva raccolto 196.218
voti, pari al 27,22%. Quindi un calo di quasi 100 mila voti considerando quelli
raccolti dal candidato e 142 mila rispetto alla lista. E ciò mentre tutto
poteva lasciar pensare che, visto quello che stava succedendo in parlamento con
l’elezione dei presidente, il M5S avrebbe fatto il pieno. Il capocomico dice
che le elezioni regionali non hanno nulla a che vedere con le politiche.
Contento lui!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Alla prossima.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-70994172831439700872013-04-21T14:37:00.002+02:002013-04-21T14:43:29.103+02:00SCENARI DI UN PAESE DI… MACERIE<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Lunedì il balletto ricomincia.
Giuramento, un po’ di chiacchiere sulla democrazia e sul senso di
responsabilità condiviso. E poi via alle cose serie. Fare il governo, ma non
solo. Cioè, concretizzare l’inciucio, garantire chi ha problemi (quelli di
casta, non di vita) e coprire le malefatte. Naturalmente (così diranno, senza
vergogna) per affrontare i gravi, anzi gravissimi, non basta, tremendi problemi
del paese (ormai con la p minuscola, visto come lo hanno ridotto).<br />
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzeM5TDevYoNH8IQxe5OjOPoy28ubdc4kc5szJeHT-RiNwhEsrKXASWa-hM05qUkEUKhSmWWLRgpJGhDuDbghY_nQgeKTclncwhSyetXNwJKZQ6anVOnV3nftGEErDflkaFDPcvrLUACvf/s1600/macerie.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzeM5TDevYoNH8IQxe5OjOPoy28ubdc4kc5szJeHT-RiNwhEsrKXASWa-hM05qUkEUKhSmWWLRgpJGhDuDbghY_nQgeKTclncwhSyetXNwJKZQ6anVOnV3nftGEErDflkaFDPcvrLUACvf/s1600/macerie.jpeg" /></a>Uno scenario mi sono permesso di
tracciarlo quando la banda dei quattro (B B M M, dove la seconda M sta per
Maroni) sono andati a piangere al colle: Amato premier e Berlusconi senatore a
vita, e quindi immune per sempre. Poi Maroni ha fatto qualche bizza, Amato non
lo vuole. Non è difficile fargli cambiare idea, basterebbe insinuare qualche
dubbio sulla sua carica di governatore in Lombardia, ma insomma, non è il caso
di complicarsi la vita. E allora vai con altre lungimiranti ipotesi.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La prima è davvero straordinaria.
Un bel governo con dentro saggi e attuali ministri a volontà, presieduto da
Enrico Letta con vice Gianni Letta. Zio e nipotino, stupendo: finalmente un
governo che si occuperà della famiglia!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ma se ne affaccia anche un'altra:
incarico a Grasso, attuale taciturno presidente del senato. Questa scelta è più
sottile dell’altra: si libera un posto. Un’occasione da non perdere per
riequilibrare le cariche istituzionali, si fa per dire. D’altra parte Boldrini
e Grasso li aveva scelti il PD, e visto lo stato comatoso intervenuto non vorrà
mica pretendere di conservarle! Ma l’obiettivo sottile è un altro. Proviamo a
pensare chi potremmo eleggere presidente del senato al posto di Grasso. Ma dai,
non è poi così difficile, un nome a caso: Berlusconi! Non per altro si è fatto
eleggere al senato; di lui si può pensare e dire il peggio immaginabile, ma non
che sia uno stupido. Al fondo c’è che da presidente del senato, seconda carica
della repubblichetta, in caso di impedimento si fa il saltino alla prima. E
l’impedimento, vista l’età del attuale inquilino (e senza fare scongiuri in
nessun senso), non è impossibile. Silvio coronerebbe così uno dei suoi sogni
per niente nascosti e più ambiziosi. Poi, alla provvisorietà dell’incarico si
potrebbe sempre porre rimedio con la rielezione mediante un altro inciucio.
Renziani, margheritoni, veltroniani, dalemiani e giovani turchi stanno già
meditando, se così si può dire.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E allora? Consegniamo il paese a
Grillo e Casaleggio? Vedremo domani come gli effetti di queste giornate in
parlamento si rifletteranno nel voto in Friuli-Venezia Giulia. La questione di
fondo è che quel voto, ancora sostanzialmente di protesta e di rabbia, per
altro del tutto comprensibili e giustificabili, coinvolge sempre di più un
elettorato proveniente da un voto di sinistra. A cominciare proprio da questi
occorrerebbe spiegare che la peggiore posizione dei due guru resta quella di
continuare a non voler distinguere tra sinistra e destra, per succhiare anche
da quella parte. E invece la differenza esiste sempre, eccome. Ma non viene
fuori se ci si ostina soltanto a sventolare bandiere, simboli e nomi. Viene
fuori, evidente e chiara, se si passa finalmente alle cose da fare, al come
farle, con quale reperimento delle risorse e con quale prioritaria destinazione.
Se si comincia finalmente a parlare anche con i numeri e non soltanto con gli
slogan fatti di parole. Se, come si diceva una volta, c’è un programma.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Occorrerebbe lavorare in questa
direzione. Almeno proviamoci.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-20835491986291610582013-03-03T13:42:00.001+01:002013-03-03T13:42:25.993+01:00<!--[if gte mso 9]><xml>
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<![endif]--><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 16.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">E ADESSO?</span></b><br />
<br />
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 16.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><!--[if gte mso 9]><xml>
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<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 16.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><!--[if gte mso 10]>
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</span></b><span><span style="font-family: "Times New Roman";"></span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36pt;">
Dopo
l’impressionante risultato elettorale di Grillo, su Facebook sono apparsi molti
richiami a frasi di Hitler degli anni trenta, quindi prima della ascesa al
potere, che sembrano aver ispirato diverse esternazioni del comico. Preferisco
ovviamente fare riferimento a riflessioni e pensieri che rappresentano pagine
fondamentali della nostra storia, e ringrazio Laura Tagliaferri, un’amica di
FB, per avercelo ricordato. Il 26 aprile 1921, in un articolo dell’Ordine
Nuovo, Antonio Gramsci scriveva: <span class="usercontent">“<b><span>Il fascismo si è presentato come l’antipartito, ha aperto le porte a
tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una
vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle
passioni, degli odii, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di
costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del
popolo italiano, non modificati ancora da una tradizione nuova, dalla scuola,
dalla convivenza in uno Stato bene ordinato e amministrato.</span></b>” E qualche riga
prima: “<b><span>il fascismo non può essere che
parzialmente assunto come fenomeno di classe, come movimento di forze politiche
consapevoli di un fine reale</span>…; </b><span><b>è il
nome della profonda decomposizione della società italiana… e oggi può essere spiegato
solo con riferimento al basso livello di civiltà che la nazione italiana aveva
potuto raggiungere in questi sessant’anni di amministrazione unitaria</b> </span>(e
qui potremmo solo cambiare i dati in trent’anni di craxoberlusconismo)”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36pt;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgggqG1CORb3TJSMZ8TgkVex9DaNCTWkyGuOZ9ASSdAMkNZRTRcDyRfa7saM32JmSLj0hr_cJOw16ZOUJrwY12y5w097pf6DqKEXgk5hdQFXuo3xEiV1visT1xaYaBnIjL2Zl5ck50Lrm_q/s1600/macerie4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgggqG1CORb3TJSMZ8TgkVex9DaNCTWkyGuOZ9ASSdAMkNZRTRcDyRfa7saM32JmSLj0hr_cJOw16ZOUJrwY12y5w097pf6DqKEXgk5hdQFXuo3xEiV1visT1xaYaBnIjL2Zl5ck50Lrm_q/s320/macerie4.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36pt;">
<span class="usercontent"><b>Antipartitismo</b>, versione ancora più pericolosa
dell’antipolitica, perché esclude la possibilità di un pur minimo controllo
democratico sulla gerarchia assoluta (binomia nel caso del grillismo). <b>Idee
vaghe e nebulose</b>, non sostenute da alcuna prova di fattibilità (il reddito
di cittadinanza, molto simile alla restituzione dell’IMU quanto a
impraticabilità). <b>Psicologia antisociale</b>, frutto appunto di un
trentennio di noncultura, di nani e ballerine, di malcostume diffuso.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36pt;">
<span class="usercontent">Certo, c’è proprio tutto questo. E anche quel riferimento gramsciano
al non poter “<b><span>essere che parzialmente assunto
come fenomeno di classe</span></b>”. Devo fare autocritica: ero convinto che il
grillismo potesse togliere voti solo o in misura assai prevalente<span> </span>alla destra. Non è andata affatto così.
Una pagina intera di dati pubblicati opportunamente dal Secolo XIX, il
quotidiano genovese, lo dimostra. Occorre premettere che fra le tante
caratteristiche di Genova c’è anche quella di una marcata corrispondenza fra
quartiere e ceto residenziale. Ebbene, il M5S conquista a Genova il 32% dei
voti espressi; ma va nettamente oltre questa percentuale, sfiorando addirittura
il 40% o persino superandolo, nei quartieri a prevalente insediamento popolare,
mentre nei quartieri ricchi o della borghesia colta si ferma al 20%. Non
foss’altro, per la sinistra ci sarebbe già materiale abbondante su cui
riflettere. E anche per il centrosinistra, che a Genova e in Liguria gode di un
insediamento diffuso che garantisce l’amministrazione della regione, del
capoluogo e di gran parte del territorio, con esclusione del feudo scajolano
dell’imperiese, prossimo alla caduta (ovviamente a sua insaputa). </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36pt;">
<span class="usercontent">Qualche spunto di riflessione, proprio sulla sinistra. Per la
cosiddetta sinistra radicale, raccolta nella lista di Rivoluzione civile, le
elezioni si sono risolte in un disastro: per restare a Genova, un risicato 2,2%
alla Camera, un terzo dei voti che Rifondazione comunista, da sola, aveva
ottenuto nel 2006. L’assemblaggio con i resti del dipietrismo non ha certo
giovato, e neppure la disinvoltura nel promuovere alcune candidature. Ritengo
tuttavia che l’errore più grave stia da un’altra parte. Nel concentrare cioè il
messaggio più sulla critica a ciò che fanno i vicini che sulla valorizzazione
della propria proposta. Quasi che l’obiettivo sia la redistribuzione dei voti
piuttosto che la affermazione di uno schieramento alternativo alla destra, al
quale partecipare anche a costo di dover rinunciare a qualche punto
programmatico, e che conquisti il consenso convinto di quanti si rivolgono alla
demagogia grillina. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36pt;">
<span class="usercontent">Ora, intorno, ci sono solo macerie. Pensare di raccogliere
qualche mattone meno danneggiato per rimettere in piedi un muricciolo mi
sembrerebbe inutile e dannoso. Proviamo a ripartire dalle cose davvero
prioritarie da fare, senza pregiudizi e privilegiando la fattibilità e la
credibilità della proposta rispetto alla sacralità dell’ideologia e dei
simboli, nonostante il valore che possono avere e il rispetto che meritano.
Proviamoci, dobbiamo farlo, perché, tornando alle note di Gramsci in premessa,
la fase che attraversiamo è una delle più complicate e rischiose dal
dopoguerra.</span></div>
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</span></b>Unknownnoreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-85039388963820610222013-01-19T00:23:00.003+01:002013-01-19T00:23:31.333+01:00RIDATECI LE TRIBUNE POLITICHE!<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXAoEWWAmk6TJcB4RQr_ldFK-fXMyRH9SOLGcm7-c_xhXEECW4QTZ7ixbkUGdza2LOxegDfACOVN1MMFjYGLeJHcirvUeMGuvMPNeYWhNTAfgiv-ZWQiSpMCnFF594eHwgCl-8SY-LSFdB/s1600/ENRICO.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXAoEWWAmk6TJcB4RQr_ldFK-fXMyRH9SOLGcm7-c_xhXEECW4QTZ7ixbkUGdza2LOxegDfACOVN1MMFjYGLeJHcirvUeMGuvMPNeYWhNTAfgiv-ZWQiSpMCnFF594eHwgCl-8SY-LSFdB/s1600/ENRICO.jpeg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Alla
fine ha dovuto chiedere scusa due volte per averla condotta male; sarebbe
dignitoso riconoscere che è stata organizzata peggio. Mi riferisco a <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Leader</i>, la trasmissione malcondotta da
Lucia Annunziata, andata in onda venerdì sera su RAI 3, presentata come la
grande novità che avrebbe dato, nel corso di quattro puntate, i capi delle
principali liste “in pasto” ai cittadini. Primo ospite Ingroia, accompagnato da
un po’ di candidati della lista Rivoluzione civile. Senza sorteggio,
ovviamente, ma in base alla caratura del peso politico (vedremo la conferma
nelle prossime puntate, se la direzione RAI non provvederà a sostituirla con
qualcosa che abbia almeno il sapore della decenza). E subito qualcosa di strano
c’è. Fra i candidati che accompagnano Ingroia c’è l’ex cinque stelle Favia (con
l’accento sulla prima a, occorre precisarlo perché anche la conduttrice lo
chiama Favìa, e lui giustamente la corregge, come dovrà fare anche con altri
ospiti della trasmissione). Però, accenti a parte, la sua presenza giustifica
il collegamento con un ampia palestra con grandi gradinate nella quale si
esibisce Grillo, che mostra le sue doti di camminatori andando da una parte
all’altra inseguito da una nutrita truppa di cameraman e portamicrofoni.
C’entra? Forse, perché una prima accusa (o domanda) a Ingroia riguarda la
possibile alleanza con il grand hotel. Giornalismo spinto, vedremo nelle
prossime puntate.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Di
possibili consumatori del “pasto” c’erano, al freddo, in piazza, una quindicina
di operai di Pomigliano, qualche dipendente del San Filippo, un paio di giovani.
Sul finire della puntata sono stati accolti in un una sala attigua e hanno
potuto rivolgere un paio di domande. Prima, cioè per tre quarti di
trasmissione, le domande la hanno fatte: una giornalista di Repubblica e il
graziato direttore del Giornale (che naturalmente è stato protagonista di uno
dei suoi soliti numeri tesi a impedire che da casa si capisse qualcosa); un
rappresentante dei piccoli imprenditori trevigiani; un rappresentante di
quartiere di Scampia, interessato soltanto a sapere perché un consigliere di
Napoli sia stato candidato in Veneto; un sindacalista dei militari, comunque
almeno contrario alle spese per armamenti, droni inclusi; un rappresentante di un’associazione
di omosessuali, giustamente desideroso di sapere quale fosse l’orientamento di
Ingroia sul tema dei diritti civili. Non potevano mancare due sindaci
valsusini, interessati a sapere come il programma di Rivoluzione civile potesse
essere contrario alla TAV avendo fra i promotori Di Pietro che la TAV la aveva
approvata e sostenuta quando era ministro. La conduttrice non è stata neppure
sfiorata dalla curiosità e non ha domandato ai due sindaci quale fosse semmai
la loro posizione sulla TAV rispetto a quella dei molti cittadini valsusini.
Anche per la circostanza che i due appartengono a due partiti schierati
energicamente a favore della TAV: uno del PD e l’altro del PDL: questo, a
scanso di equivoci, ha precisato di essere un galantuomo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">C’era
già materia per sospettare una trasmissione condotta male e organizzata peggio.
La certezza è arrivata quando sono entrati in scena i “cittadini”. Un operaio
di Pomigliano ha inveito contro le critiche a Marchionne che servono solo a
denigrare un’azienda che investe un miliardo (Bonanni non deve avergli spiegato
che di miliardi da investire ne aveva promessi 24!). L’ospedaliero si è
limitato a urlare che sono mesi che lui e sua moglie, anch’essa dipendente del
San Filippo, non percepiscono stipendio, questione che è davvero difficile
attribuire come colpa ad Ingroia. Che cercava di rispondere, spesso in maniera
poco brillante e convincente. Alla fine hanno cercato di intervenire anche la
sorella di Stefano Cucchi e la madre di Federico Aldrovandi, ma l’Annunziata ha
presto interrotto entrambe con il solito artificio dei tempi stretti, quando si
è resa conto che la cosa si complicava sul tema scottante delle violenze
attribuibili a corpi dello Stato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Insomma,
come erano belle le Tribune politiche condotte da Jader Jacobelli e Ugo
Zatterin! Belle anche perché a rispondere c’erano Togliatti, Nenni, persino
Fanfani, e poi Moro, Pertini e il più grande di tutti, l’Enrico. Ecco,
l’Annunziata non è certo Jacobelli e neppure Zatterin. Purtroppo anche Ingroia
non assomiglia a quegli altri. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">E
non è certo un difetto soltanto suo. <i>Mala tempora currunt</i>.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-74233908485549379142012-12-13T22:35:00.003+01:002012-12-14T00:30:09.619+01:00COME USCIRE DALLA SUBALTERNITA’?<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Che l’Europa (non dimentichiamo che il partito
popolare è quello di maggioranza relativa e di fatto esprime il governo
europeo) indichi il candidato preferito per guidare l’Italia nella prossima
legislatura non mi pare una buona cosa. E’ vero, si può obiettare, è stata una
riunione di partito. Ma così dicendo si nasconde che lì c’erano rappresentanti
di primo piano dei governi, a cominciare dalla Merkel, che davano ben altra
ufficialità alla riunione. Lo stesso sobrio tecnico vi ha partecipato in quanto
capo quasi dimissionario del governo italiano (d’altra parte non è membro del
parlamento europeo e neppure fa parte di uno dei partiti che concorrono alla
formazione del partito popolare europeo). Nessuno ha sollevato problemi sotto
questo profilo, e anche ciò non mi pare buona cosa. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Non riduce la pericolosità di un simile accaduto la
considerazione che quella riunione ha ribadito la assurdità della ricandidatura
della mummia, come lo definisce la grande stampa europea. Non possiamo
accontentarci di così poco, né il ridicolo che ricopre la mummia in tutto il
mondo civile può farci recuperare ottimismo. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">E’ certo che la situazione di sottostima in cui versa
il paese e che sembra legittimare un intervento sovranazionale deriva proprio
dall’operare della mummia in questi diciotto anni trascorsi (ai quali vanno
aggiunti, non scordiamocelo mai, quelli del maestro della mummia, il Bottino).
Ma anche ciò non riduce il senso di smarrimento che può derivare dai fatti che
si srotolano in questi giorni.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibGq4S10cpLNWg-7B75HlM9uHD0CjdVoOm-EbbsS6HNxwp3t79J7e_58ubkzVRjtZ8s0Vu7VQ8bAc8BGu50sTSAN9bWOS1vDbpCMYfxoBYfspYAk7tjXTJ3Pbd1adBGHu9Rvi_M_YMB0jR/s1600/berlinguer1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibGq4S10cpLNWg-7B75HlM9uHD0CjdVoOm-EbbsS6HNxwp3t79J7e_58ubkzVRjtZ8s0Vu7VQ8bAc8BGu50sTSAN9bWOS1vDbpCMYfxoBYfspYAk7tjXTJ3Pbd1adBGHu9Rvi_M_YMB0jR/s320/berlinguer1.jpg" width="228" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">C’è tanto da fare, allora. E di tempo ne rimane
pochissimo, se pensiamo che altri cinque anni nelle condizioni di oggi
probabilmente non ce li possiamo permettere. Ciò che si muove a sinistra non va
molto al di là di qualche balbettio, purtroppo. E in ogni caso non si parla mai
con sufficiente chiarezza delle cose da fare. Allora, al di là dei personaggi
ai quali le potremmo rivolgere come domande per verificare la loro credibilità
a candidarsi, propongo qui una serie di punti che potrebbero rappresentare un
programma. Con una considerazione preliminare: intorno a quel programma
occorrerebbe costruire uno schieramento maggioritario, per definire il quale è
del tutto prevedibile che ad alcuni punti sarebbe necessario rinunciare, altri
potrebbero essere modificati, altri potrebbero essere aggiunti. Insomma, quello
che succede quando non si fanno chiacchiere ma si vuole fare politica.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Ecco i punti che mi paiono, salvo errori ed omissioni,
qualificanti di un programma per rinnovare le condizioni della politica e del
paese.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<br /></div>
<ol start="1" style="margin-top: 0cm;" type="1">
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Ripristinare l’articolo 18.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Garantire gli esodati e ammorbidire la tagliola
Fornero sulle pensioni.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Ritirare le truppe dall’Afghanistan.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Sospendere l’acquisto dei cacciabombardieri.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Rispettare la Costituzione, chiudendo le sedi
fasciste.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Introdurre il codice identificativo alfanumerico
per le forze dell’ordine.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Introdurre una tassa aggiuntiva del 15% sui soldi
rientrati con il condono Tremonti.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Stipulare l’accordo con la Svizzera per tassare le
ricchezze italiane abusivamente custodite nelle banche di quel paese, come
hanno fatto già altri Stati?</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Introdurre una patrimoniale di almeno il 5% sui
patrimoni superiori a 1 milione di euro?</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Modificare le aliquote e gli scaglioni fiscali,
introducendo un’aliquota del 45% per la quota di reddito superiore ai
200.000 euro lordi (attualmente è 43) e un’aliquota del 49% per la quota
di reddito superiore ai 500.000 euro (si noti che sarebbe comunque meno di
quello che facevano pagare ai ricchi i democristiani!). Calcolare bene le
entrate aggiuntive e ridurre parallelamente le aliquote per quelli al di
sotto dei trentamila euro.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Introdurre regole e pene severe per gli evasori.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Restituire allo Stato la capacità-possibilità di
intervento diretto nella politica industriale del paese, nelle scelte produttive
e nella gestione.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Dare la cittadinanza a tutti gli umani nati nel
territorio della Repubblica.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Approvare una legge decente sul fine vita.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Approvare le unioni civili.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Fare la legge sul conflitto di interessi.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Affidare la direzione del servizio pubblico
televisivo ai giornalisti ed eliminare le nomine dall’alto.</li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify;">Ridurre il numero dei parlamentari, delle province,
dei comuni (molti si possono accorpare dal punto di vista amministrativo
pur senza perdere la storia e la memoria) e naturalmente dei consiglieri
comunali, provinciali, regionali; ridurre stipendi e indennità;
rimodellare il finanziamento pubblico con obbligo di trasparenza. E modificare
la legge elettorale in senso proporzionale con sbarramento e preferenze.</li>
</ol>
Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-11124695764636696562012-10-30T17:29:00.000+01:002012-10-30T20:51:17.406+01:00VOTO IN SICILIA<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Come di consueto, anche per le elezioni siciliane è
opportuno fare due conti per cercare di capire meglio quello che sta
succedendo. Scontato, e mi pare condiviso sufficientemente, lo sconforto per
l’aumento vertiginoso dell’astensione, arrivata ad oltre il 52 per cento degli
aventi diritto. Significa che oltre due milioni e quattrocento mila siciliani
non hanno esercitato il diritto-dovere che contraddistingue le democrazie dai
regimi totalitari. Scavando un po’ di più, è utile confrontare i dati con
quelli delle precedenti regionali del 2008. Gli aventi diritto sono aumentati
di circa 75.000 unità, come saldo attivo tra le nuove leve e un po’ di
elettori, prevalentemente vecchi immagino e spero, passati a miglior vita.
Ciononostante il numero dei cittadini che hanno disertato le urne rispetto al
2008 è stato di ottocentoquarantacinque mila. La percentuale dei votanti è
scesa infatti di quasi venti punti, dal 66,68 al 47,43. Pazzesco! Si può subito
trarre una considerazione interessante. Molti commentatori hanno detto che
senza la presenza del grand hotel (5 stelle) l’astensione sarebbe stata
maggiore. Ne dubito. La provincia in cui si è registrata la maggiore astensione
(ha votato soltanto il 41,3%) è Caltanissetta, dove è nato il candidato
grillino e dove aveva sede lo stato maggiore del comitato organizzatore. Non
voglio dire che è perché lo conoscevano. (Invito invece i nisseni a protestare
con Microsoft, perché word segna errore sia per Caltanissetta che per
nisseni!).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhl2_M28TjAS6JSwRhhFhMLN_x7GnXJIEfmDH5onmQ8RfebYbQ7NhIQrrW22SUXCv11E-bSY0hJLW-wz8SQyRGyCkGwcCSCJEgR5TmL27iiibWcatelTFleGi79ab0gjoRH1PxqHh8ivSR_/s1600/SICILIA+1.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhl2_M28TjAS6JSwRhhFhMLN_x7GnXJIEfmDH5onmQ8RfebYbQ7NhIQrrW22SUXCv11E-bSY0hJLW-wz8SQyRGyCkGwcCSCJEgR5TmL27iiibWcatelTFleGi79ab0gjoRH1PxqHh8ivSR_/s1600/SICILIA+1.jpeg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Il movimento di Grillo conquista il primo posto nei
voti dati alle formazioni politiche con il 14,7%, ben 13 punti percentuali in
più rispetto al 2008. Va subito evidenziato che il candidato nisseno ottiene il
18,1%, quindi 3,4 punti in più del partito che lo sostiene. E’ l’effetto del
voto disgiunto, che rimescola le carte, perché è possibile votare per un
presidente e per una lista che ne sostiene uno diverso. Acrobazie della
democrazia! Occorre notare tuttavia un dato: differenze di un certo rilievo fra
le percentuali dei candidati e la somma di quelle raccolte dalle liste che li
sostengono si registrano solo nel caso di Miccichè (4,7 punti in meno rispetto
alle liste) e Musumeci (candidato berlusconiano, che ottiene 1,3 punti
percentuali in più), oltre naturalmente al Cancellieri movimentista, che come
abbiamo appena ricordato vede invece aumentare notevolmente la propria percentuale. Tutto
può succedere nel tourbillon del voto disgiunto, ma è singolare che Cancellieri
aumenta mentre un candidato della destra vede diminuire le proprie preferenze.
Un caso o una scelta consapevole degli elettori di destra? Ai posteri l’ardua
sentenza! Per non essere accusato di parzialità ricordo che anche Giovanna
Marano perde un 0,5% rispetto alle liste che la sostenevano (IDV e lista Fava,
nella quale erano confluiti SEL, FdS e Verdi) e che l’unico a non aver sofferto
del voto disgiunto è Crocetta: solo lo 0,01% in meno (cioè niente) rispetto
alle percentuali delle liste che lo sostenevano: PD, UDC e lista del
presidente.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Va inoltre segnalata l’ulteriore sconfitta della
sinistra, quella che potremmo definire, riandando con la memoria a una delle
tante disillusioni, Arcobaleno: l’1,8% in meno, dal 4,8 al 3 per cento, cioè
niente, e con l’esclusione ancora una volta dalla assemblea regionale: era
necessario infatti superare la soglia del 5%. Particolare curioso: l’unica
formazione politica, se così si può dire, che supera la percentuale del 2008 è,
insieme al grand hotel ma con un incremento assai più contenuto, l’IDV, che
guadagna l’1.7%, più o meno quello perso dall’Arcobaleno, insieme al quale
sosteneva la candidata che ha sostituito Fava, escluso poco prima del voto per
non essere residente nell’isola. Si potrebbe dire che l’IDV è stato graziato
dal fatto che la puntata di Report è andata in onda a urne chiuse! Ma questa
rischia di essere antipolitica. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">A tal proposito vorrei ricordare, come invito alla
speranza, le parole di una bellissima canzone di Francesco De Gregori, composta
quasi trent’anni fa, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">La storia</i>. Dice
così: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">E poi ti dicono "Tutti sono uguali,
tutti rubano alla stessa maniera". Ma è solo un modo per convincerti a
restare chiuso dentro casa quando viene la sera.</i> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Credo stia succedendo proprio questo dramma.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-4509437702148666512012-10-16T18:22:00.000+02:002012-10-16T18:22:19.966+02:00GOVERNO DI BANCHIERI<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Ancora una volta questi banchieri osceni chiamati
tecnici non si sono smentiti. Avete fatto un po’ di conti sulla ventilata
riduzione dell’IRPEF a favore dei più deboli? Già, perché è con questi termini
che i banchieri osceni e chi li appoggia, incuranti del ridicolo o fiduciosi
nel fatto che il popolo non sa far di conto, hanno commentato la proposta.
Ebbene, ecco i conti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Con la riduzione di un punto della prima aliquota
attuale, cioè dal 23 al 22 per cento, e sempre di un punto della seconda
aliquota, cioè dal 27 al 26 per cento, succede questo (tenendo conto ovviamente
dei vari scaglioni sui quali si applica la aliquota). Chi ha un reddito annuo lordo
di 15.000 euro, cioè poco meno di 1000 euro netti al mese per 12 mesi,
risparmia 150 euro all’anno, cioè 12,5 euro al mese. Chi ha un lordo di 28.000
euro annui, cioè 1750 euro al mese, sempre per 12 mesi, risparmia 280 euro
all’anno, cioè 23,3 euro al mese. Ma lo stesso risparmio lo realizzano anche
quelli che guadagnano molto di più, anche lo psiconano, tanto per citarne uno,
e naturalmente anche tutti i banchieri chiamati inopinatamente tecnici.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVKopzErzUdNznKXwYiPdvbNOiKXMwud1asKVUo4w4mVtd3d1iTtVCPCb0AaWWTGYBeQW53KzMJpKieHW6y8NGulnpeTN9M-JGmAOTcLd1QTQA8QZBsb34Zdeqluu1T0T2gV0hnvyCycua/s1600/SOLDI.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVKopzErzUdNznKXwYiPdvbNOiKXMwud1asKVUo4w4mVtd3d1iTtVCPCb0AaWWTGYBeQW53KzMJpKieHW6y8NGulnpeTN9M-JGmAOTcLd1QTQA8QZBsb34Zdeqluu1T0T2gV0hnvyCycua/s1600/SOLDI.jpeg" /></a><span style="font-size: 14.0pt;">Allora, sarebbe bastato, dopo la riduzione di un punto
delle aliquote più basse, aumentare di un punto le aliquote più alte, ad
esempio quella sopra i 55.000 euro lordi (da 41 a 42 per cento) e quella sopra
i 75.000 euro lordi (da 43 a 44 per cento). Quali sarebbero stati i risultati
di una simile operazione? Eccoli.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Chi ha un reddito lordo di 75.000 euro annui (più di
4.000 euro al mese, quindi) avrebbe ancora un piccolo guadagno, di 80 euro
all’anno, insomma qualche caffè all’anno anche per lui, tenendo conto che più
di quattromila euro al mese non sono proprio il salario di un precario. Invece
chi ha un reddito, poniamo, di 150.000 euro lordi, cioè una bazzecola di 7.695
euro al mese, finirebbe col pagare in più solo 670 euro all’anno, cioè 56 euro
al mese. Insomma, non dovrebbe fare la fila alla Caritas!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Ovvio che gli osceni banchieri soprannominati tecnici,
chi li appoggia indecorosamente, lo psiconano e un po’ di diportisti che a
Genova, mentre diminuiscono i visitatori del salone nautico, non fanno calare
le vendite, ci sarebbero rimasti male. Ma una misura come quella, dal momento
che non sono affatto pochi quelli che si mettono in tasca redditi ben superiori
ai 150.000 euro lordi, avrebbe aiutato a coprire gran parte del costo derivante
dalla riduzione delle aliquote sui redditi bassi e medi.</span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Ma quella misura avrebbe rappresentato per la prima
volta da quando gli osceni banchieri governano il paese una scelta di equità,
quindi di sinistra (anzi, comunista, avrebbero subito sbraitato gli squallidi
corifei montian-passerani), coprendosi anche di ridicolo, perché sarebbe stata
una scelta perfettamente in linea con la Costituzione che di equità e di
giustizia sociale parla e sancisce a più riprese. Già, ma anche quella è “di
sinistra” e infatti vogliono abrogarla proprio nelle sue parti più in linea con
la democrazia e la dignità.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-29811570123686662552012-10-02T17:26:00.002+02:002012-10-02T17:26:58.441+02:00DIAZ: DISCREDITO SULLA NAZIONE<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Le motivazioni della sentenza della Cassazione sulla
macelleria messicana alla scuola Diaz vanno ben oltre la stessa condanna. Erano
state molte le critiche per le riduzioni di pena, le prescrizioni intervenute,
il guanto di velluto usato nei confronti dei massimi responsabili di quella
vergogna. Critiche che, a parer mio, non coglievano il fatto in sé
straordinario di quella condanna: in primo luogo, avere colpito, forse per la
prima volta in Italia, un vero e proprio gotha della polizia, gli alti dirigenti,
divenuti ancora più alti rispetto alla data dei crimini commessi perché tutti
promossi; in secondo luogo, averli estromessi per cinque anni dai pubblici
uffici.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Ebbene le motivazioni vanno oltre. E’ scritto: </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">- la
“consapevole <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">preordinazione di un falso
quadro accusatorio</span> ai danni degli arrestati”; </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">- “<span style="mso-bidi-font-weight: bold;">l’odiosità del comportamento” di tutti gli
alti responsabili, cioè di chi “</span>in posizione di comando a diversi
livelli come i funzionari, una volta preso atto che l’esito della perquisizione
si era risolto nell’ingiustificabile massacro dei residenti nella scuola,
invece di isolare ed emarginare i violenti denunciandoli, e di rimettere in
libertà gli arrestati, <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">avevano scelto
di persistere negli arresti<b> </b></span>creando una serie di false
circostanze”; </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">-
i poliziotti “si erano scagliati sui presenti, sia che dormissero, sia che
stessero immobili con le mani alzate, colpendo tutti con i manganelli (detti
“tonfa”) e con calci e pugni, sordi alle invocazioni di non violenza
provenienti dalle vittime, alcune con i documenti in mano, pure <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">insultate al grido di bastardi”;</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">- “il sistematico ed ingiustificato uso della forza”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Tutto ciò ha “</span><span style="font-size: 14.0pt;">gettato<b> discredito sulla Nazione agli occhi del
mondo intero</b><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">”.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Ce n’è anche per l’attuale
sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega ai servizi, l’allora
capo della polizia Gianni De Gennaro, che, è scritto, esortò ad eseguire gli
arresti. </span><span style="font-size: 14.0pt;">L’esortazione rivolta dal capo
della polizia (a seguito dei gravissimi episodi di devastazione e saccheggio
cui la città di Genova era stata sottoposta) ad eseguire arresti, “anche per <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">riscattare l’immagine della polizia </span>dalle
accuse di inerzia, ha finito con l’avere il sopravvento rispetto alla verifica
del buon esito della perquisizione stessa”. Insomma, sembra quasi che venga
messa in discussione la recente sentenza della Cassazione che aveva prosciolto
De Gennaro da un’accusa di istigazione alla falsa testimonianza sempre relativa
ai fatti della Diaz.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Un'altra riga delle motivazioni merita sottolineatura:
l’irruzione alla Diaz fu condotta con “caratteristiche denotanti un assetto
militare”. Certo, ma non solo l’irruzione alla Diaz: gran parte delle violenze
praticate sui manifestanti dagli agenti in servizio “denotavano” un assetto
militare. Lo aveva detto a chiare lettere l’allora tenente dei carabinieri Nicola
Mirante, facente parte del gruppo di comando che ha operato in piazza Alimonda,
durante la sua testimonianza al processo a carico dei venticinque manifestanti:
“guerra e ordine pubblico sono la stessa cosa, cambiano solo gli strumenti
dell’offesa”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipLfmqYoZCaZYIIcYpNoPmlS5nm-zGFeWG2Z8NcdYbbMNNrvDmAuwOkoZHipJqA-B0BjfKSS1zK9k2wvphRi-0QAFTf5cbBPC0Sp9S0wTXy0gBV706MksiFijXlFFVb0IXlTyFpA6rjumM/s1600/Marcia+del+20+con+blindato.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipLfmqYoZCaZYIIcYpNoPmlS5nm-zGFeWG2Z8NcdYbbMNNrvDmAuwOkoZHipJqA-B0BjfKSS1zK9k2wvphRi-0QAFTf5cbBPC0Sp9S0wTXy0gBV706MksiFijXlFFVb0IXlTyFpA6rjumM/s320/Marcia+del+20+con+blindato.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 36.0pt;">
<b><span style="font-size: 14.0pt;">Discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero</span></b><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">, scrive la Cassazione.
Perfetto. E quelle centinaia di carabinieri che la sera del 20 luglio,
acquartierati negli spazi della Fiera di Genova, cantano “faccetta nera”,
gridano “morte sua vita mia”, “uno due tre, viva Pinochet”, “quattro cinque
sei, morte agli ebrei”, “sette otto nove, il negretto non commuove” hanno forse
contribuito al credito dell’Italia? Non è stato aperto un solo procedimento per
accadimenti genovesi nei quali fossero implicati carabinieri. E quando
l’impunità copre a prescindere comportamenti delinquenziali di appartenenti
all’Arma c’è il rischio che a soffrirne non sia solo il credito del Paese ma
anche ciò che resta della sua dignità democratica.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-57730064236476095712012-09-16T13:14:00.003+02:002012-09-16T13:14:44.600+02:00DI SINISTRA<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Qualche giorno fa la Federazione della sinistra, SEL,
Verdi e IdV hanno lanciato il referendum per la reintroduzione dell’articolo 18
in difesa del diritto del lavoro. Ottima cosa. Il valore di questa iniziativa è
soprattutto politico: significa che è possibile unire forze diverse intorno a
un obiettivo che è sicuramente DI SINISTRA (a dimostrarlo basterebbero le
dichiarazioni di Sacconi, Sgarbi, Santanchè e via vomitando, alle quali si sono
aggiunti i deliri di Monti sulla responsabilità della crisi attribuita alle
garanzie costituzionali dei lavoratori e il silenzio di Grillo).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">L’iniziativa nazionale non ha avuto a livello locale
l’eco e lo spazio che meriterebbe, perché è sempre molto difficile superare
divisioni, beghe, litigi, incomprensioni che caratterizzano i gruppetti
dirigenti. E anche perché, in qualche caso, i dirigenti di quelle formazioni a
livello locale è proprio impossibile definirli “di sinistra”. Tuttavia,
qualcosa occorre fare, e provo a proporla.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrBnli9BBAK0O2PmpfOMkCRgIdh6zpQw_fqa9jcuoLMHouWc_I7A-QjZ1QN0VMACvkmWdFe2oz7Ls-qiZ-7daTC6D0tPYcmK0uOlyl3fKGMs0a9s0z8Hk_fzU03cw7zxazemBCn6aZiQin/s1600/karl_marx2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrBnli9BBAK0O2PmpfOMkCRgIdh6zpQw_fqa9jcuoLMHouWc_I7A-QjZ1QN0VMACvkmWdFe2oz7Ls-qiZ-7daTC6D0tPYcmK0uOlyl3fKGMs0a9s0z8Hk_fzU03cw7zxazemBCn6aZiQin/s320/karl_marx2.jpg" width="320" /></a><span style="font-size: 14.0pt;">Penso che quella decisione possa e debba costituire un
importante punto di partenza, proprio perché è DI SINISTRA. E lo è perché tutta
la vicenda che ha accompagnato gli attacchi forsennati allo Statuto dei
lavoratori, dalla cosiddetta legge Biagi alla cosiddetta riforma Fornero, ha rappresentato
il fulcro dell’azione della DESTRA, di governo e del paese. E’ stata la cartina
di tornasole per ridefinire gli spazi della politica, la SINISTRA e la DESTRA,
contro tutte le sciocchezze che si sono dette a sproposito: “destra e sinistra
non esistono più”, “sono tutti uguali” e via delirando o grillando.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN999G2YFgUpePYGtLD9syqaiKtOVJQlTVu-aok8EZvi9s3Jfmyxkf6SfwE0iAaWQzmXDzRvd40rW0l5uMpCvyZbFVe_HVQUOkcg4ZhiIyc9LUoEcwq5bGu6FdanpCf9E_CvTFDMKKNyn6/s1600/fiom.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN999G2YFgUpePYGtLD9syqaiKtOVJQlTVu-aok8EZvi9s3Jfmyxkf6SfwE0iAaWQzmXDzRvd40rW0l5uMpCvyZbFVe_HVQUOkcg4ZhiIyc9LUoEcwq5bGu6FdanpCf9E_CvTFDMKKNyn6/s1600/fiom.jpeg" /></a><span style="font-size: 14.0pt;">Sopra quella pietra occorre metterne qualcun’altra.
Patrimoniale per le grandi ricchezze; tassazione delle rendite finanziarie (in
rapporto al reddito complessivo più che alla rendita in quanto tale); controllo
sulle attività borsistiche e speculative; banche pubbliche che riducano
fortemente lo strapotere delle banche private. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">E soprattutto una politica industriale fondata sulla
ricostruzione di grandi imprese pubbliche.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Quest’ultima è forse, oggi, la questione decisiva. I
grandi gruppi privati, interessati esclusivamente all’arricchimento finanziario
e per nulla al cosa e al come produrre (Marchionne insegna), non risolveranno
nulla ma provocheranno solo ulteriori distruzioni del patrimonio industriale e
lavorativo del Paese.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Questi contenuti vanno riportati in mezzo alla gente
in carne ed ossa, devono costituire la rifondazione della politica, offrire
prospettive. Essere la proposta concreta del che cosa fare, per mettere in
secondo piano ogni discorso ideologico di parte capace solo, oggi, di produrre
divisioni.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Per ottenere qualche risultato credo sia necessario
ripartire dalla disponibilità delle persone, per superare la sfiducia crescente
che colpisce, a torto o a ragione, i gruppi dirigenti dei partiti. Un gruppo
può forse servire a questo scopo.</span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Viste le esperienze precedenti, apro questo gruppo DI
SINISTRA “chiuso”, e invito chi si considera d’accordo a chiedere l’iscrizione.
Proviamoci ancora.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-25185306722293565472012-07-14T10:25:00.001+02:002012-07-14T10:25:16.255+02:00UNA SENTENZA DAVVERO BRUTTA<br />
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">A
botta calda, e in attesa di conoscerne i dettagli, qualche riflessione sulla
sentenza della Cassazione relativa ai dieci manifestanti del G8. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Con
un’ovvia premessa: questa. Considero che una delle frasi più strabilianti che in
queste occasioni viene stucchevolmente riproposta è: “le sentenze non si
commentano”. E perché mai non si potrebbero commentare? Le sentenze, quando
sono definitive, agiscono comunque, siano esse considerate espressione di
democrazia o conseguenza di un potere autoritario dello Stato. Commentarle può
semmai servire a cercare di capire il funzionamento della giustizia, i limiti
che si possono intravedere, per poter lavorare sul piano legislativo, per
mettere mano alle necessarie riforme, quelle davvero necessarie, naturalmente.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">E
allora la prima riflessione è: come è possibile che sia rimasta in piedi
l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla devastazione e
saccheggio? Una norma fascista (codice Rocco) vergognosamente presente
nell’ordinamento e, per fortuna, raramente utilizzata nelle aule dei tribunali.
Cioè: dieci persone, che manco si conoscevano, si associano per devastare e
saccheggiare. Assolutamente incredibile. Il permanere di quest’accusa insensata
ha fatto sì che le riduzioni di pena per il decadere di altre contestazioni
siano davvero insignificanti: qualche mese a fronte di condanne in anni a due
cifre.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhohaPsrw3XlHyC30-AE-su1dhHlrfbyECE5Qq-UpOZenBMWKC_rALTv9Oi5IVwiywo4zSOTnxofAzcYoiThYXaEu_DGz09tXBLn965GLbZ7FeTC7CbKoNO_xhNuKQGs4UI6GaCxGavx9kV/s1600/0720riot03.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhohaPsrw3XlHyC30-AE-su1dhHlrfbyECE5Qq-UpOZenBMWKC_rALTv9Oi5IVwiywo4zSOTnxofAzcYoiThYXaEu_DGz09tXBLn965GLbZ7FeTC7CbKoNO_xhNuKQGs4UI6GaCxGavx9kV/s320/0720riot03.jpg" width="320" /></a><span style="font-size: 14.0pt;">Seconda
riflessione. Alla fine, cinque persone (gli altri cinque pare che dovranno
tornare in Appello per rivalutare le attenuanti) vanno in galera subito perché
ritenute responsabili di quello che è successo a Genova. Cioè, cinque persone
devastano e saccheggiano irridendo l’attenta e meticolosa sorveglianza di
sedicimila tutori dell’ordine (tanti erano a Genova, fra carabinieri, poliziotti,
finanzieri, guardie penitenziarie, addetti alle batterie missilistiche e
incursori della marina, questi ultimi, per la verità, a protezione degli otto cosiddetti
grandi dai possibili attacchi dei no-global con sottomarini atomici!). Siamo
ben oltre il ridicolo, se non fosse grave per quei cinque e per gli altri
cinque. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Terza
riflessione. Cinque subito in galera, per gli altri si vedrà. Per quale reato,
in sostanza? Danni a cose. Per la Diaz, ancorché importante la destituzione di
alcuni notabili, nessuna condanna per danni alle persone. Dalle due sentenze
non può non discendere l’amara considerazione che la vita umana vale poco,
quasi niente in confronto a quanto si ritiene che valga la proprietà. È così
anche per la mafia. Che schifo. Intendiamoci: rompere una vetrina, un bancomat,
o incendiare un’automobile sono indubbiamente reati e come tali vanno
perseguiti e puniti. Con pene equilibrate, per quanto severe, commisurate al
danno arrecato e, anche, al rapporto con pene emesse in ben altri contesti.
Ricordo che la maggior pena erogata in appello a un manifestante (15 anni)
superava di un anno la somma delle pene comminate ai quattro poliziotti
delinquenti che hanno ucciso Federico Aldrovandi (3 anni e mezzo a testa fanno
in tutto 14 anni).</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnOEgTPNk8PpZNQhNKfJM_iPMHWkG1Mb1EBbjM43y7VNnHO7hwrLlD7oTEK4BPC27UCBcp13AtAn_tgGOd44s0xKXP7XaDNyxHfe360SafQCyRPXU1vpMtJOC_83u8X3YBkVRVQY40AHR6/s1600/0720riot02.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnOEgTPNk8PpZNQhNKfJM_iPMHWkG1Mb1EBbjM43y7VNnHO7hwrLlD7oTEK4BPC27UCBcp13AtAn_tgGOd44s0xKXP7XaDNyxHfe360SafQCyRPXU1vpMtJOC_83u8X3YBkVRVQY40AHR6/s320/0720riot02.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Quarta
riflessione. Ma è possibile che, a proposito delle devastazioni, a nessun
pubblico ministero sia venuto o venga in mente di procedere all’esame delle
responsabilità di alti ufficiali e alti funzionari che, perfettamente a
conoscenza delle scorribande dei black bloc nella mattinata di venerdì 20
luglio 2001, dalle undici e mezza alle due, non fanno assolutamente nulla per
fermarli? Che non si consideri strano che non ne sia stato fermato neppure uno?
Che non abbiano ascoltato con la necessaria attenzione le telefonate intercorse
tra alti ufficiali che commentano con sarcasmo il fatto che i black bloc “per
ora si stanno armando in piazza Paolo da Novi, ma non è zona rossa”? Che non
abbiano verificato che in quella stessa piazza è presente un’intera compagnia di
carabinieri che non interviene, salvo poi cominciare a picchiare i Cobas che
con i black bloc non hanno nulla da spartire? Inefficienza o complicità? Meglio
non cercare grane, meglio rispolverare un articolo del codice Rocco!</span></div>
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">E poi ci sono sempre l’assassinio di Carlo e le violenze sul suo corpo.
Ma siamo testardi, cercheremo comunque di ottenere almeno un processo, un
dibattimento pubblico, contro una della tante vergogne del luglio genovese,
l’archiviazione. E lo rivendicheremo ancora una volta in piazza Alimonda il 20
luglio.</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-11074562026103485542012-07-05T23:07:00.003+02:002012-07-05T23:07:22.648+02:00DIAZ: CONDANNATI I MACELLAI<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Di questi tempi sono poche le
occasioni nelle quali sembra di vivere in un Paese normale. Questa è davvero
una di quelle: la Cassazione ha confermato la sentenza d’appello per la
macelleria e gli imbrogli praticati alla scuola Diaz la sera del 21 luglio
2001. Nessuno andrà in galera (non sono mica immigrati o tossici), godranno
tutti delle porcherie legislative (tempi e prescrizioni) introdotte dalla maggioranza
berlusconiana a tutto vantaggio del suo capo. Ma la conferma avrà una
conseguenza significativa: i massimi responsabili (divenuti tali perché
addirittura promossi in questi anni) dei più importanti servizi nazionali della
polizia saranno esclusi per cinque anni dalle loro funzioni. Insomma, sembra
che, per questa volta, Roma stia nelle vicinanze di Berlino!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC5x7Mb4LO8UiGTC53d47p72ag5VoMKmTASO86aqcZhKCVKEszvcitvOXAkDZqRje_Vt2HMlfkZPs4ZtqGEjG84SlLgk-iuu6hJuoxC1Lep0tPveMAwvnfWz3UnSQiN_vZjdI-LB3OYbr3/s1600/diaz.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="127" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC5x7Mb4LO8UiGTC53d47p72ag5VoMKmTASO86aqcZhKCVKEszvcitvOXAkDZqRje_Vt2HMlfkZPs4ZtqGEjG84SlLgk-iuu6hJuoxC1Lep0tPveMAwvnfWz3UnSQiN_vZjdI-LB3OYbr3/s320/diaz.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Certo, una sentenza non risolve
tutti i gravi problemi che i tragici avvenimenti del luglio genovese hanno
sollevato, e che sono in gran parte rimasti senza risposta. E’ persino ovvio
che io rivolga il mio pensiero all’omicidio di Carlo, restato persino senza un
processo a causa di una indecorosa archiviazione che assunse l’imbroglio dello
sparo per aria e della deviazione del proiettile da parte di un calcinaccio (sì
un imbroglio indecoroso, perché i magistrati che chiesero e decisero
l’archiviazione non si curarono neppure di vedere il filmato che mostra la
pistola assolutamente parallela al suolo e puntata in direzione di Carlo). E’
persino ovvio che faremo tutto quello che l’ordinamento prevede per ottenere
almeno un dibattimento pubblico per dimostrare quale è la verità che
l’archiviazione si è proposta di cancellare.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ma ci sono anche problemi di
carattere generale che dovrebbero trovare risposte convincenti. C’è stato un
degrado nella conduzione dell’ordine pubblico, che ha assunto sempre più
soltanto la risposta repressiva dimenticando del tutto la funzione preventiva e
dissuasiva. E ciò ha contribuito a creare in reparti delle forze dell’ordine
una aberrante tendenza all’abuso della forza sostenuto dalla convinzione,
continuamente affermata, della impunità. Si è tornati molto indietro rispetto
alla grande riforma dell’81. Può contribuire a questo stato di cose il fatto
che, in operazioni di ordine pubblico, è costantemente impiegata una forza
militare. Tale infatti è l’arma dei carabinieri, dopo l’incredibile nomina
dalemiana a quarta forza armata. Che in ordine pubblico dovrebbe agire sempre
sotto la guida di un funzionario di PS, cosa che spesso non succede (come è
accaduto in diverse circostanze a Genova, ad esempio).</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E c’è la questione generale del
principio di responsabilità. Testi classici, autorevoli commentatori, lessici
disciplinari sollecitano a pensare che la responsabilità stia sempre in alto e
che dall’alto, per li rivoli, discenda verso il basso. Quando mi chiedono a chi
attribuisco la responsabilità dell’omicidio di Carlo indico nell’ordine: Fini,
che dirigeva politicamente l’operazione, il capo della polizia, gli ufficiali
presenti in piazza Alimonda e da ultimo (ammesso che sia stato davvero lui a
sparare) il giovane carabiniere (peraltro rinviato a giudizio qualche giorno fa
per violenze sessuali su una ragazzina). Con questa regola, uno dei principali
responsabili di quanto accaduto a Genova non può non essere Gianni De Gennaro.
Nel pomeriggio di sabato 21 luglio arrivò a Genova il prefetto La Barbera,
numero due della polizia, che esautorò di fatto tutto lo staff e diresse
personalmente l’operazione Diaz (quando si rese conto di quanto stava
accadendo, prese una macchina e andò via precipitosamente, forse per evitare
che il suo grande curriculum di poliziotto antimafia potesse essere macchiato).
La Barbera morì l’anno successivo, e quindi non potè partecipare alle udienze
delle varie fasi del processo. Ma è pensabile che il capo della polizia non
sapesse che cosa veniva a fare a Genova il suo numero due? Che non fosse
dell’avviso che si dovesse recuperare un po’ di credibilità dopo lo sfacelo
nella conduzione dell’ordine pubblico e che quindi si dovessero arrestare (dopo
averli massacrati) quei 93 terribili organizzatori dei disastri che dormivano
nella scuola? Che non si dovesse recuperare lo choc procurato dall’omicidio di
Carlo? De Gennaro è stato di recente assolto in Cassazione dopo la condanna in
Appello per l’accusa di concussione che avrebbe operato nei confronti di un
questore perché testimoniasse a suo favore (“il capo non sapeva niente”). Ha
avuto promozioni successive, prima direttore del ministero degli interni, poi
capo di tutti i servizi segreti unificati. L’ultima, quanto meno singolare: Monti
lo ha nominato (mi permetterei di aggiungere, inopinatamente) sottosegretario
agli interni. Fra i suoi compiti ci sarà anche quello di proporre, o nominare,
chi dovrà sostituire gli interdetti. Non è un compito da poco! </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Fra qualche giorno la Cassazione
si occuperà del processo a venticinque manifestanti, di fatto una decina, dal
momento che l’appello ha assolto o risolto con pene minime cadute in
prescrizione (per una volta a vantaggio dei deboli, quindi) le accuse degli
altri (e la motivazione è stata che avevano risposto a cariche violente,
indiscriminate e immotivate dei reparti dei carabinieri). L’accusa è pesante:
associazione per delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio
(codice Rocco). Pesantissime le condanne, uno di essi addirittura a quindici
anni (una pena che da noi si commina raramente per un omicidio). Mi auguro che
la Cassazione attenui molto le condanne e soprattutto elimini quell’accusa
insostenibile, fino al rischio del ridicolo: dieci manifestanti responsabili di
tutto quello che è successo a Genova nel 2001!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-44513264490692049122012-06-06T11:43:00.002+02:002012-06-06T11:43:28.969+02:00NEI SECOLI (quasi sempre) FEDELI<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Mi
è capitato di ascoltare su RAI News un brano del discorso con cui il ministro
della difesa ha salutato i carabinieri in occasione del centonovantottesimo
dell’arma. Il ministro è un ammiraglio. Il fatto di non essere un tecnico non
gli ha probabilmente consentito di essere, come è recente consuetudine, sobrio.
Non gli è valsa neppure la presenza, sul palco delle autorità, del presidente
del consiglio e del presidente della repubblica, assidui praticanti della
sobrietà e quindi sobriamente attenti alla scorrevole oratoria del ministro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Nessuna
sobrietà, quindi, ma elogi e riconoscimenti elargiti con dovizia persino
eccessiva. Tanta che, sul finire del saluto, il ministro non ha potuto
trattenersi dal ricordare un recente episodio accadutogli durante una visita al
contingente di stanza in Afghanistan e che testimonia la capacità che
contraddistingue il tuscania là impegnato. “Sono stati in grado di recuperare
per me, a mezzanotte, una torta alla crema!”, ha detto il ministro senza
riuscire a contenere l’emozione (per altro condivisa dalle autorità del palco,
prontamente inquadrate).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgufbQv2eOtfUB9P_q9I0VvikjrTO8zaGa3Yq32_ieyH0_pWQ17L_7afAHatDMSWo9cYp1HfmJYeFlCu9NLvyU7tnS1nPvLPp8txWrxYwd-77xUZD0YJlYxzB49G3nJS1Na_2aFOAtQPkD8/s1600/Copricapo_003.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgufbQv2eOtfUB9P_q9I0VvikjrTO8zaGa3Yq32_ieyH0_pWQ17L_7afAHatDMSWo9cYp1HfmJYeFlCu9NLvyU7tnS1nPvLPp8txWrxYwd-77xUZD0YJlYxzB49G3nJS1Na_2aFOAtQPkD8/s320/Copricapo_003.jpg" width="227" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Beh,
che dire. Certo, fra lo stuprare bambine in Somalia come nel 1994; l’inseguire
manifestanti con i carri, abbattere cancelli e cantare “faccetta nera” la sera
del 20 luglio 2001 per festeggiare l’uccisione di un pericoloso nemico; e
reperire a mezzanotte una torta alla crema nelle lande dell’Afghanistan, non
v’è dubbio che sia da preferire quest’ultima attività, alla quale il ministro
potrebbe indirizzare anche altri reparti dell’arma e qualche reparto speciale
della polizia, avvalendosi per questa seconda finalità del contributo di
conoscenze e di entrature dell’ultimo sottosegretario chiamato a far parte
dell’esecutivo, anch’egli difficilmente catalogabile come tecnico sobrio. Torte
di crema a parte, il ministro ha voluto ricordare che gli uomini dell’arma sono
“sempre dalla parte della legge, sempre dalla parte del giusto”. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Vogliamo
pensare e credere, soprattutto sperare, che ciò valga per la gran parte dei
carabinieri. Ma, malignamente, vorremmo anche ricordare al ministro che, qua e
là, ci sono, come dire, dei nei che offuscano la lucentezza della carnagione.
Basta ricordare i comportamenti indegni che a volte vengono tenuti nelle
caserme in caso di fermo, e che, sempre a volte ovviamente, si concludono con
la morte del fermato (in questo caso, signor ministro, si dovrebbe sempre
parlare di uccisione, e quindi di assassinio, dato l’abisso di potere esistente
fra vittima e carnefici). O anche le condanne che, a volte ovviamente, gettano,
anche in assenza di giudizio definitivo, qualche ombra sulla credibilità
dell’istituzione. Come è il caso della condanna in primo grado a 14 anni di
carcere inflitta il 12 luglio 2010 dal tribunale di Milano al generale di
divisione capo dei ros (reparti operativi speciali), per traffico
internazionale di droga in operazioni sotto copertura.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Sembra
opportuno ricordare al ministro che troppo spesso, quasi sempre, il tutto
avviene con la complicità degli apparati, la responsabilità degli alti gradi,
una intollerabile coperta di impunità e di impunibilità. Cose gravissime
proprio ricordando le parole con le quali si è conclusa l’omelia rivolta alla
rappresentanza di carabinieri in ascolto: “Voi siete lo stato, siete il simbolo
dello stato”. Anche in questo caso, l’iniziale minuscola è d’obbligo.</span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-18706645810676301602012-05-25T11:13:00.001+02:002012-05-25T11:13:31.350+02:00L’IMBROGLIO DEI MERCATI (e dell’informazione)<br />
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Fra
i giornali che si stampano in Italia <i style="mso-bidi-font-style: normal;">la
Repubblica </i>non è certo il peggiore, però non può certo sottrarsi agli
interessi del suo editore, che quanto a finanza non scherza. Così, giovedì
scorso, titolo di prima pagina: “Crollano le borse”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6C_3DTjpPMqj8jolygml1gfK0Rv_i9lLG2uNECqROIpePuFOBaO6dZhJT0YbmjOqCGZYz3hi3RyJQemxSL7z6BEl3BGlyISpBR4AB4mAU6wib_59hu1xwud3xvLDOpFTnAXmfJ5YKm-MC/s1600/borsa+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6C_3DTjpPMqj8jolygml1gfK0Rv_i9lLG2uNECqROIpePuFOBaO6dZhJT0YbmjOqCGZYz3hi3RyJQemxSL7z6BEl3BGlyISpBR4AB4mAU6wib_59hu1xwud3xvLDOpFTnAXmfJ5YKm-MC/s320/borsa+2.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt;">Ohibò,
non è la prima volta. E allora andiamo a vedere nel merito, come sempre con i
numeri, abbiate pazienza. Listini della Borsa di Milano di lunedì 21, martedì
22 e mercoledì 23, il giorno del crollo. Prendiamo qualche titolo: Benetton
4.586, 4.600, 4.582; Carige 0,657, 0.740, 0,705; Eni 15.370, 15.900, 15.340;
FIAT 3,638, 3,870, 3,878; Generali 8,565, 8.875, 8,490; Impregilo (quella del
ponte sullo stretto) 2,978, 3,156, 3,018; Mediobanca 2,986, 3,100, 2,960; Monte
dei Paschi 0,216, 0,230, 0,213; Intesa San Paolo 1,024, 1,071, 1,024; Unicredit
2,478, 2,620, 2,536. Insomma, titoli che, dopo il rialzo di martedì, ritornano
praticamente ai valori di lunedì, in alcuni casi superandoli. E’ da notare che
nessun giornale - quindi neanche <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Repubblica</i>
- riportando mercoledì i valori borsistici di martedì avevano titolato “Boom
della borsa”, neppure un timido “Lieve recupero”, come usano fare quando gli
affari dei finanzieri e dei banchieri di riferimento vanno benissimo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmVMwCNilt4zmx2vab6_k10BJOcjUI87TfWljeir2gL4llgyuCJun6xE6meWoOA2iAYniVzpM-DEbhiDweSTFU751VmjdH7ojoVgJWrSIurql7ZnCE9Py-I0WWkvK6JpS9Mx-iawW7btBx/s1600/borsa.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmVMwCNilt4zmx2vab6_k10BJOcjUI87TfWljeir2gL4llgyuCJun6xE6meWoOA2iAYniVzpM-DEbhiDweSTFU751VmjdH7ojoVgJWrSIurql7ZnCE9Py-I0WWkvK6JpS9Mx-iawW7btBx/s1600/borsa.gif" /></a><span style="font-size: 14.0pt;">La
questione davvero seria è che l’andamento delle borse viene assunto come prova
della “fiducia” o “sfiducia” dei mercati. Ci si dimentica che, sostanzialmente,
in Borsa si gioca, eufemismo per dire che si specula, e che si compra e si
vende determinando con il più semplice effetto dell’incontro tra domanda e
offerta il valore in quel momento del titolo, molto spesso senza nessun
riferimento al valore reale dell’impresa che rappresenta (è palese il caso
FIAT: nonostante i disastri e la macelleria umana di Marchionne è cresciuto
anche giovedì, arrivando 4,048: ma forse è proprio per la macelleria umana che
i cosiddetti mercati lo premiano). Va tenuto presente che spesso, a riprova
della sostanziale logica speculativa, si vende senza possedere realmente i
titoli, per far abbassare il valore e comprarli a una quota inferiore (poi ci
sarebbero regole per impedirlo, ma vai ad applicarle!).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">In
queste operazioni girano quantità incredibili di denaro, miliardi di euro:
tant’è che quando c’è un calo del valore dei titoli sui giornali scrivono a
tutta pagina “Bruciati centinaia di miliardi di euro”, e si guardano bene dal
dire che il giorno dopo, quando il valore risale, si sono ricomposte le ceneri.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">E
allora un rimedio ci sarebbe per dire basta a questi giocatori d’azzardo, a questi
speculatori, a questi affamatori delle imprese oneste (qualcuna ce n’è), a
questi infingardi sfruttatori della buona fede altrui: ridurre le pensioni
sociali, licenziare un po’ di tempi indeterminati, aumentare la precarietà.
Insomma, impedire che pensionati al minimo, precari, disoccupati e
cassintegrati continuino a giocare in borsa, rovinandoci la tranquillità e
mettendo a rischio la solidità del paese e dei mercati!</span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-50586212596363703312012-05-21T22:34:00.002+02:002012-05-21T22:34:56.902+02:00MARCO DORIA È SINDACO<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Meno
male che ogni tanto accade qualcosa che ti permette di respirare: Marco Doria
ha vinto senza problemi il ballottaggio e farà il sindaco di Genova.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjShaPu-hxr4VRCdrUKUmzqhyphenhyphenOzcj_Up0ctf7pyZ_eixH9F-P8vXAQeZfDR-h29R1mA87YLphtKpSJVS14HsS8j46oJ12sA0wXdkQSk0BoXGzROxaNNfY5DM9z23oyFsIv1LY6UEAnJkLEb/s1600/Doria.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjShaPu-hxr4VRCdrUKUmzqhyphenhyphenOzcj_Up0ctf7pyZ_eixH9F-P8vXAQeZfDR-h29R1mA87YLphtKpSJVS14HsS8j46oJ12sA0wXdkQSk0BoXGzROxaNNfY5DM9z23oyFsIv1LY6UEAnJkLEb/s1600/Doria.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 345.75pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt;">Ciò detto cerco di ragionare ancora una volta sui
numeri.<span style="mso-tab-count: 1;"> </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="font-size: 14pt;">ASTENSIONE </span></u></b><span style="font-size: 14.0pt;">Certamente raggiunge a Genova un dato molto alto: il
61%. Ciò significa che al ballottaggio hanno votato soltanto 196.894 elettori
degli oltre 500 mila aventi diritto. Ovviamente non esiste alcun problema di
legittimità del voto, come sembra adombrare il perdente Musso. In ogni caso al
primo turno (dove votò il 55% degli aventi diritto) le liste che sostengono
Doria ebbero più del 50 per cento dei voti espressi. Può essere interessante
leggere attentamente questi dati sull’astensione. Al primo turno i voti validamente
espressi furono 263.849, al ballottaggio sono stati 191.329, quindi 72.520 in
meno. Sommando i voti raccolti al primo turno dai candidati delle 5 stelle,
della lega e delle liste fantasiose si ha un totale di 63.315. E’ assai
probabile che questi elettori si siano ben guardati dall’andare a votare al
ballottaggio, secondo un concetto assolutamente personalistico della
democrazia: se non ci sono io, non voto!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="font-size: 14pt;">VOTI ESPRESSI</span></u></b><span style="font-size: 14.0pt;"> Al primo turno Doria aveva totalizzato 127.477
consensi, Musso 39.589. Al ballottaggio Doria raccoglie 114.245 voti (quindi
13.232 in meno), Musso 77.084 (quindi 37.495 in più). Ma al primo turno il
candidato ultraperdente del PdL aveva totalizzato 33.468 voti, ed è assai
probabile che abbiano fatto confluire il loro inutile voto sul candidato più
vicino alla destra. Se fosse andata così (ed è quasi certo), Musso avrebbe
raccolto altri 4.027 voti (i 37.495 di aumento meno i 33.468 del candidato del
predellino). </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">E
qui l’aritmetica fa fare un sussulto: la differenza tra gli astensionisti che si
sono aggiunti e i voti raccolti al primo turno dalle stelle, dai leghisti e dai
fantasiosi (cioè 72.520 meno 63.315) è 9.205. Perché il sussulto? Perché se dai
13.232 voti persi da Doria tra il primo e il secondo turno sottraiamo proprio
questi 9.205 voti (immaginando che siano elettori pigri del centrosinistra che
in occasione del ballottaggio avevano altro da fare) il risultato fa proprio
4.027! Cioè i voti che una parte dell’elettorato di Doria regala a Musso. Viste
le sofferenze che il maggior partito della coalizione di centrosinistra ha
patito nelle primarie, non è difficile pensare che questo sia stato un altro
regalino che la parte destrorsa del PD ha voluto offrire, dopo quello già
elargito al primo turno, al candidato del terzo polo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt;">Chiuso
con l’aritmetica, non resta che augurare sinceramente buon lavoro al nuovo
sindaco di Genova.</span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-25879004833123558652012-05-11T20:01:00.001+02:002012-05-11T20:01:13.957+02:00UNA ANALISI DEL VOTO DI GENOVA<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Come era nelle previsioni più
pessimistiche, a Genova Marco Doria va al ballottaggio con un margine di 33
punti percentuali sul candidato del terzo polo, che in base alle dichiarazioni
di Casini è sotto le macerie. Non dovrebbero proprio esserci problemi, a meno
che non si moltiplichino i giochi inconfessabili di una parte del PD e non
aumenti la corsa al suicidio della sinistra oggi extraparlamentare.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Avendo sottomano i risultati
definitivi è possibile avanzare qualche considerazione sul voto del primo
turno. A Genova si è votato anche per i nove municipi nei quali è divisa la
città e i confronti sono di una certa utilità, così come lo sono quelli con le
precedenti elezioni, in particolare quelle regionali del 2010. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHtlUSQqmLGj2FLjnmnqwIaZJn82RVp6Y5w-sXMHu_ieC1ifU9WlLUoRnLtRxGvUG_xJTSqaYfVRbIXHuvrkeQxLaAogwV9Q-tlc4MUBBffnj_YRztoYarEir8RQ42U9EHeP4L0vRUBHgt/s1600/urna-elettorale1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHtlUSQqmLGj2FLjnmnqwIaZJn82RVp6Y5w-sXMHu_ieC1ifU9WlLUoRnLtRxGvUG_xJTSqaYfVRbIXHuvrkeQxLaAogwV9Q-tlc4MUBBffnj_YRztoYarEir8RQ42U9EHeP4L0vRUBHgt/s320/urna-elettorale1.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">Un primo dato singolare è che
nei municipi il numero delle schede bianche e nulle è quasi doppio di quelle
per l’elezione del sindaco. Singolare, perché, almeno apparentemente, i
candidati delle varie liste dovrebbero essere più vicini all’elettore, e in
ogni caso anche nei municipi non mancavano alcune liste stravaganti che avevano
portato nel Comune al totale complessivo di venticinque! Questa ipotesi non
regge. Il dato certo è che il numero così elevato di bianche e nulle va
riferito in buona parte al fatto che il “grand hotel” (con riferimento alle
cinque stelle dei grillini) era presente solo in tre dei nove municipi, e ha
raccolto molto meno della metà dei voti registrati nel comune: 14.109 voti
rispetto ai 36.579 che sono andati al loro candidato sindaco. In buona
sostanza, può essere una prima lettura delle oltre 11 mila<a href="" name="OLE_LINK1">
schede bianche e nulle </a>in più nei municipi (anche se mancano all’appello
gli altri 11 mila voti).</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">In generale, i candidati
sindaci (persino quelli delle liste stravaganti) prendono nelle elezioni per il
Comune più voti delle liste ad essi collegate. Particolarmente rilevante la
differenza per quello che riguarda il concorrente di Doria al ballottaggio,
tale Musso, senatore nominato da Berlusconi e poi approdato al terzo polo, già
battuto da Marta Vincenzi al primo turno nelle precedenti elezioni: si tratta
di quasi 11 mila voti, che si riducono a quasi 6 mila se si confronta il dato
con la lista presente nei nove municipi. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Come candidato sindaco Doria
raccoglie 127.477 voti, 10 mila in più rispetto alla coalizione (117.254); ma
se il confronto viene fatto con i voti di lista raccolti nei nove municipi
(142.717) si desume che Doria ne ha avuti 15 mila in meno e la coalizione
addirittura 25 mila in meno. Altri dati interessanti riguardano le differenze
fra i nove municipi e il Comune per le liste della coalizione (ricordiamo, una
coalizione di centro sinistra “prodiano”, non foto di Vasto quindi, ma con la
presenza della Federazione della sinistra). Tutte indistintamente riducono il
numero dei voti: il PD perde oltre 22 mila voti, quasi un terzo; l’IDV 10 mila,
quasi la metà; SEL addirittura più di 14 mila, quasi il 60%; la FdS oltre 5
mila, la metà esatta. Sicuramente una parte di questi voti volatili sono
confluiti nella lista direttamente collegata a Marco Doria, che raccoglie oltre
26 mila<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>voti, ma dove sono finiti tutti
quelli mancanti all’appello (e sono 15 mila voti, cioè i 25 mila in meno delle
liste ai quali vanno sottratti i 10 mila in più che Doria raccoglie come
sindaco rispetto alla coalizione)? Si possono fare alcune ipotesi: certamente
una parte considerevole (o forse tutti) i voti di SEL finiscono nella lista di
Doria (SEL ha sponsorizzato Doria molto più di tutti gli altri); è probabile
che identica fine abbiano fatto buona parte dei voti che mancano all’IDV.
Quelli che mancano possono essere il risultato di una preoccupante decisione: una
parte degli elettori del PD rifiutano Doria (che aveva sconfitto alle primarie
la candidata ufficiale del PD, senatrice Pinotti, alla quale si era
contrapposta anche la sindaca uscente Vincenzi) e hanno scelto Musso. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Diverso il giudizio che si
può dare per le differenze che riguardano la FdS. Nei municipi alcune delle
liste nelle quali si fraziona l’estrema sinistra non erano presenti, e può
darsi che il valore del simbolo possa aver giocato un ruolo. Difficile dire che
sia stato positivo, perché il dato generale segna comunque, purtroppo, un
ulteriore calo di rappresentatività. Soltanto due anni fa, alle Regionali, la
lista della Federazione aveva raccolto il 4% dei voti. Dimezzarsi in due anni è
segno di un declino inarrestabile.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Pesante anche il segno della
disaffezione al voto: 55%, cinque punti in meno rispetto a due anni fa, quando
bianche e nulle erano state la metà di quelle registrate quest’anno. Significa
che il totale dei voti validamente espressi si è ridotto in due anni di 35 mila
unità, l’equivalente di una città di media dimensione.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">L’aritmetica, come mi capita
di dire spesso, serve alla politica. Sicuramente serve a cercare di capire che
cosa sta succedendo.</span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-42772097854516592052012-05-11T19:55:00.001+02:002012-05-11T19:57:12.761+02:00UNA ANALISI DEL VOTO DI GENOVA<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">Come era nelle previsioni più
pessimistiche, a Genova Marco Doria va al ballottaggio con un margine di 33
punti percentuali sul candidato del terzo polo, che in base alle dichiarazioni
di Casini è sotto le macerie. Non dovrebbero proprio esserci problemi, a meno
che non si moltiplichino i giochi inconfessabili di una parte del PD e non
aumenti la corsa al suicidio della sinistra oggi extraparlamentare.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">Avendo sottomano i risultati
definitivi è possibile avanzare qualche considerazione sul voto del primo
turno. A Genova si è votato anche per i nove municipi nei quali è divisa la
città e i confronti sono di una certa utilità, così come lo sono quelli con le
precedenti elezioni, in particolare quelle regionali del 2010. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtqBffM9u23cDWFfS7Z7vijCox4kCX-j3ufVAalvesP8BprwyRAZPBY3MjQSyN34bGYHA-ygiP2sNGH61zHoTquNF-YqeFrkUPHYoV8YspBcN8I_FB1AFboxYMXxGa9PaLFcQTs08JaLcT/s1600/urna-elettorale1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtqBffM9u23cDWFfS7Z7vijCox4kCX-j3ufVAalvesP8BprwyRAZPBY3MjQSyN34bGYHA-ygiP2sNGH61zHoTquNF-YqeFrkUPHYoV8YspBcN8I_FB1AFboxYMXxGa9PaLFcQTs08JaLcT/s320/urna-elettorale1.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">Un primo dato singolare è che
nei municipi il numero delle schede bianche e nulle è quasi doppio di quelle
per l’elezione del sindaco. Singolare, perché, almeno apparentemente, i
candidati delle varie liste dovrebbero essere più vicini all’elettore, e in
ogni caso anche nei municipi non mancavano alcune liste stravaganti che avevano
portato nel Comune al totale complessivo di venticinque! Questa ipotesi non
regge. Il dato certo è che il numero così elevato di bianche e nulle va
riferito in buona parte al fatto che il “grand hotel” (con riferimento alle
cinque stelle dei grillini) era presente solo in tre dei nove municipi, e ha
raccolto molto meno della metà dei voti registrati nel comune: 14.109 voti
rispetto ai 36.579 che sono andati al loro candidato sindaco. In buona
sostanza, può essere una prima lettura delle oltre 11 mila<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6163598434247624602" name="OLE_LINK1"> </a>in più nei municipi (anche se mancano all’appello
gli altri 11 mila voti).</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">In generale, i candidati
sindaci (persino quelli delle liste stravaganti) prendono nelle elezioni per il
Comune più voti delle liste ad essi collegate. Particolarmente rilevante la
differenza per quello che riguarda il concorrente di Doria al ballottaggio,
tale Musso, senatore nominato da Berlusconi e poi approdato al terzo polo, già
battuto da Marta Vincenzi al primo turno nelle precedenti elezioni: si tratta
di quasi 11 mila voti, che si riducono a quasi 6 mila se si confronta il dato
con la lista presente nei nove municipi. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">Come candidato sindaco Doria
raccoglie 127.477 voti, 10 mila in più rispetto alla coalizione (117.254); ma
se il confronto viene fatto con i voti di lista raccolti nei nove municipi
(142.717) si desume che Doria ne ha avuti 15 mila in meno e la coalizione
addirittura 25 mila in meno. Altri dati interessanti riguardano le differenze
fra i nove municipi e il Comune per le liste della coalizione (ricordiamo, una
coalizione di centro sinistra “prodiano”, non foto di Vasto quindi, ma con la
presenza della Federazione della sinistra). Tutte indistintamente riducono il
numero dei voti: il PD perde oltre 22 mila voti, quasi un terzo; l’IDV 10 mila,
quasi la metà; SEL addirittura più di 14 mila, quasi il 60%; la FdS oltre 5
mila, la metà esatta. Sicuramente una parte di questi voti volatili sono
confluiti nella lista direttamente collegata a Marco Doria, che raccoglie oltre
26 mila voti, ma dove sono finiti tutti
quelli mancanti all’appello (e sono 15 mila voti, cioè i 25 mila in meno delle
liste ai quali vanno sottratti i 10 mila in più che Doria raccoglie come
sindaco rispetto alla coalizione)? Si possono fare alcune ipotesi: certamente
una parte considerevole (o forse tutti) i voti di SEL finiscono nella lista di
Doria (SEL ha sponsorizzato Doria molto più di tutti gli altri); è probabile
che identica fine abbiano fatto buona parte dei voti che mancano all’IDV.
Quelli che mancano possono essere il risultato di una preoccupante decisione: una
parte degli elettori del PD rifiutano Doria (che aveva sconfitto alle primarie
la candidata ufficiale del PD, senatrice Pinotti, alla quale si era
contrapposta anche la sindaca uscente Vincenzi) e hanno scelto Musso. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">Diverso il giudizio che si
può dare per le differenze che riguardano la FdS. Nei municipi alcune delle
liste nelle quali si fraziona l’estrema sinistra non erano presenti, e può
darsi che il valore del simbolo possa aver giocato un ruolo. Difficile dire che
sia stato positivo, perché il dato generale segna comunque, purtroppo, un
ulteriore calo di rappresentatività. Soltanto due anni fa, alle Regionali, la
lista della Federazione aveva raccolto il 4% dei voti. Dimezzarsi in due anni è
segno di un declino inarrestabile.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">Pesante anche il segno della
disaffezione al voto: 55%, cinque punti in meno rispetto a due anni fa, quando
bianche e nulle erano state la metà di quelle registrate quest’anno. Significa
che il totale dei voti validamente espressi si è ridotto in due anni di 35 mila
unità, l’equivalente di una città di media dimensione.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">L’aritmetica, come mi capita
di dire spesso, serve alla politica. Sicuramente serve a cercare di capire che
cosa sta succedendo.</span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-70861482763976205492012-04-30T17:03:00.001+02:002012-04-30T17:03:24.339+02:00COSE DI IERI E DI OGGI<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">“In una città così grande e
così corrotta, non era stato difficile a (…) raccogliersi attorno tutti i
dissipati e i criminali e farne, si può dire, la sua guardia del corpo. Non
c’era degenerato, adultero, puttaniere, scialacquatore del patrimonio al gioco,
al bordello, a tavola, non c’era uno indebitato fino al collo per riscattarsi
dall’infamia o dal delitto, non un parricida, un sacrilego d’ogni paese,
condannato o in attesa di giudizio, non uno di quei sicari e spergiuri che prosperano
sul sangue dei cittadini, non c’era infine che non fosse dei suoi. E se
capitava a qualcuno, ancora immune da colpe, d’entrare nel giro, i rapporti
quotidiani, le tentazioni, ben presto lo facevano diventare come gli altri”.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNzC3ls7_-fB7Lafox2AQcttILD85gG2ZJnieDEYNn1zpDoRaXF9BcoEuouQx2jGISZurjN7Tkz53RKO-SX5mL0IHSU2N_jq393nqrJRDs8IhdFU8k83-vvaXJHz6g2EIKD2gsr5A_endV/s1600/Catilina.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNzC3ls7_-fB7Lafox2AQcttILD85gG2ZJnieDEYNn1zpDoRaXF9BcoEuouQx2jGISZurjN7Tkz53RKO-SX5mL0IHSU2N_jq393nqrJRDs8IhdFU8k83-vvaXJHz6g2EIKD2gsr5A_endV/s320/Catilina.gif" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">Sembra proprio cronaca recentissima,
la descrizione di un potente del quale paghiamo tragiche conseguenze. Somiglia
soltanto, anche se moltissimo. Ma si riferisce a un personaggio di più di
duemila anni fa: i puntini fra parentesi stanno per Catilina, l’autore è
Sallustio e il testo è, appunto, “La congiura di Catilina”.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">La citazione, tuttavia, non
serve soltanto a indurre la considerazione che una costante della storia è la
sua ripetibilità, o la riflessione che, in fondo, duemila anni sono solo una
breve parentesi. O ancora, che in duemila anni non si sia ancora riusciti a
creare opportuni anticorpi per evitare che simili individui possano calcare le
scene del potere. No, da quelle pagine esce anche una amara verità: l’uso
spregiudicato della cultura, dell’informazione, il danno che uomini del sapere
come Sallustio, proni al servizio dei potenti e dei ricchi, hanno procurato
alla società. Catilina non era affatto quello descritto, nonostante tutti i
difetti che gli si possono attribuire pensava di sconfiggere e di abbattere il potere
del privilegio dal quale derivava tutto il malessere sociale che Sallustio
attribuisce ai seguaci di Catilina. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Quanti sono i Sallustio di
oggi? Tanti, purtroppo, dai più sfacciati e indegni a quelli più subdoli, e
quindi ancora più pericolosi, perché accattivanti, simpaticoni diciamo oggi.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Una nota a margine. Ho letto
“La congiura di Catilina” in uno dei libretti con testo a fronte che
accompagnano il “Corriere della sera”. E’ una delle rarissime operazioni serie
di quel giornale: nonostante, a volte, le asfissianti quanto inutili prefazioni
dei vari Mieli e Battista, offre la possibilità di riaffacciarsi al latino e al
greco e soprattutto di recuperare letture che i tempi della scuola, e
soprattutto della società, ci avevano costretto a tralasciare.</span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-44361220157883078642012-04-28T15:14:00.002+02:002012-04-28T15:16:08.670+02:00LA RICCHEZZA E’ UN REATO<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">A volte mi capita di
ricordare che il non essere credente non mi impedisce di nutrire grande
rispetto e stima per l’uomo Gesù, al quale le offese provengono invece numerose
dai suoi cosiddetti fedeli. Fra le convinzioni che i messaggi di Gesù (almeno
per come sono stati riportati) hanno consolidato c’è quella che riguarda la
ricchezza. Ricordate, Matteo? “In verità vi dico: difficilmente un ricco
entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi
per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli.” Secondo la
tradizione, non si entra nel regno dei cieli se si è in peccato: quindi essere
ricchi induce al peccato, o è di per sé un peccato. Quindi, traducendo laicamente
il termine peccato, la ricchezza è un reato.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXJMKcQKdKf3tmZeydgapeuQY8NISBl0LsNuFo7MZ4CCtIWk1h0I0V6McTgTZdcRsQubTCnkSK0ysXe3wEjAQlEKvULI8aLW951fagzg2f0wEj5P7wPsuDfNy3EhddjSM0EwW8f4OUMrAB/s1600/Gesu_nel_Tempio-4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXJMKcQKdKf3tmZeydgapeuQY8NISBl0LsNuFo7MZ4CCtIWk1h0I0V6McTgTZdcRsQubTCnkSK0ysXe3wEjAQlEKvULI8aLW951fagzg2f0wEj5P7wPsuDfNy3EhddjSM0EwW8f4OUMrAB/s320/Gesu_nel_Tempio-4.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">Ecco, appunto, la ricchezza è
un reato. Lo è quasi sempre per le modalità con le quali se ne è venuti in
possesso, oppure per come la si usa (sempre le due tipologie si intersecano e
si sommano). La questione è che si tratta di un reato non previsto, ancorché sufficientemente
diffuso, nel codice penale e quindi non perseguibile con gli strumenti della
giustizia. Potrebbe essere colpito dalla politica e dalla democrazia, ma i
governi democraticamente eletti (o demoformalmente nominati) se ne guardano
bene, come fanno del resto le forze politiche che rappresentano la maggioranza
degli elettori. Si può aggiungere, come postilla minore, che se ne guarda bene
anche il furente demagogo che sta dominando le scene televisive: d’altra parte
non lo si potrebbe pretendere da un miliardario (in lire, dato che lui stesso
propone l’uscita dall’euro).</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">Solo una ruvida e robusta
presa di coscienza da parte della cittadinanza attiva potrebbe affrontare la
questione e provare a risolverla, anche senza essere costretti a cacciare i
ricchi dal tempio a pedate nel sedere (e qui al tempio si possono aggiungere i
tanti luoghi nei quali la sfrontata ricchezza si esercita). Ma sembra purtroppo
che gli interessi delle masse, nonostante la pesantezza della crisi e le
difficoltà crescenti, siano rivolti altrove (tra gli esempi, le cronache ci
informano della crescente e diffusa richiesta di i-pod e tavolette
elettroniche, o come diavolo si chiamano).</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">Certo, occorre definire la
misura e la fattispecie del reato. Sul punto, basterebbe ricorrere a una
semplice operazione aritmetica e alla memoria di una condizione privilegiata
del secolo scorso, come è stato ricordato recentemente in relazione alle
vicende Fiat: il grande capo della fabbrica torinese, Valletta, guadagnava
trenta volte il salario di un operaio, e la Fiat cresceva e vendeva automobili.
Oggi sarebbero circa quarantamila euro, non i 450.000 (stock option a parte)
del furbetto svizzero-canadese, che la Fiat la sta distruggendo, massacrando
prima di tutto i lavoratori.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">Sembra troppo un rapporto 1 a
30? Via, non facciamo i soliti estremisti mai contenti. Cominciamo così, poi si
vedrà. Soprattutto cerchiamo di capire che quel rapporto cancellerebbe una
delle più vergognose storture di questa semidemocrazia, il fatto ciò che negli
ultimi anni il 20% della ricchezza prodotta si è spostata dal 90% della
popolazione per andare a finire nelle tasche del 10% più ricco, aumentando
quindi le differenze e le disparità. Aumentando il numero dei reati, quindi,
dovremmo dire.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">Una delle strade più pacate,
ma anche ferocissime contro la ricchezza, è quella della tassazione (combinata
ovviamente con una rigorosissima lotta all’evasione). Le aliquote fiscali
attuali, nella loro conseguenza diretta, sono da un lato massacranti e
dall’altro ridicole. Il massacro sta nel modo in cui colpiscono i redditi più
bassi (i veri portatori, per altro, delle entrate dello stato); il ridicolo
nell’aver fissato lo scaglione più alto a 75.000 euro lordi annui e l’aliquota
massima al 43%. Cioè, la cialtroneria non ha limiti: la ricchezza, per i
banchieri e per chi li ha preceduti al governo, è rappresentata da un reddito
lordo di circa 7 mila euro al mese, un netto poco sopra i 4 mila. Vogliamo
ricordare a questi imbroglioni che i governi “comunisti” di Fanfani e Moro e
ministri “trotzkisti” come Vanoni avevano stabilito un’aliquota del 75% per i
redditi superiori a 500 milioni? Naturalmente tutto ciò servirebbe a ridurre le
tasse sui bassi redditi e, facendo ritornare la domanda, facilitare anche la
cosiddetta crescita (con tutte le cautele culturali e ambientaliste del caso).</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt;">Questo per stare dentro una
logica di governo assolutamente liberal-democratica. Poi si potrebbe cominciare
a discutere del resto.</span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-3654883644839588242012-03-26T16:47:00.000+02:002012-03-26T16:47:10.973+02:00UNA LISTA CIVICA NAZIONALE<h6 class="uiStreamMessage" data-ft="{"type":1}">
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</h6>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 27pt;">
<b><span style="font-size: small;">La fiducia e la credibilità di
cui godono oggi i partiti politici sono ridotte a percentuali risibili. Non è
sufficiente, anche se assolutamente legittimo, ammettere che ciò sia
sostanzialmente la conseguenza di anni di berlusconismo: non è sufficiente
perché quella sfiducia oggi si traduce nel rifiuto della “politica”, di tutta
la politica, di ogni politica, con la crescita di forme di protesta
qualunquistiche e con tutti i rischi che un paese, privato della risorsa
fondamentale per la sua conduzione, cioè la politica, è condannato a correre.</span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5CMWkbwAIAiHgL_DpTN4QPenWB8XBxnKg38xKNpfCyh4m5HiTaLLct0Woztax3k0oOA_kS9K9J3SC3JyyihS-u3T0Tb2Sv4vllouxEObb093pWRTwt9Qjj0ptJk_lop8w57Se_yG19WtL/s1600/LAMPADINA.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5CMWkbwAIAiHgL_DpTN4QPenWB8XBxnKg38xKNpfCyh4m5HiTaLLct0Woztax3k0oOA_kS9K9J3SC3JyyihS-u3T0Tb2Sv4vllouxEObb093pWRTwt9Qjj0ptJk_lop8w57Se_yG19WtL/s1600/LAMPADINA.jpeg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 27pt;">
<b><span style="font-size: small;">I risultati di molte
consultazioni elettorali amministrative hanno tuttavia dimostrato che la
costruzione politica di liste civiche, con caratteristiche tali da sollecitare
una attenzione non pregiudizialmente negativa da parte delle cittadinanze, è
stata in grado di sovvertire quella che resta tuttora la tendenza dominante.
Perché non provare allora ad estendere sul piano nazionale quella esperienza,
valorizzandone ulteriormente ispirazione e contenuti? E’ quello che ci
proponiamo di fare con questo gruppo.</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 27pt;">
<b><span style="font-size: small;">Quali le premesse e i
fondamentali che i promotori di questo gruppo intendono sottoporre a quanto
vorranno condividere questa proposta? Li riassumiamo qui di seguito.</span></b></div>
<ol start="1" style="margin-top: 0cm;" type="1">
<li class="MsoNormal"><b><span style="font-size: small;">La
lista civica nazionale deve avere un chiaro e indiscutibile contenuto di sinistra, che deve
emergere con assoluta chiarezza dai contenuti programmatici e dalla
riconoscibilità delle proposte concrete, riassumibili nella prioritaria tutela
del più debole rispetto al più forte. E quindi: a) garanzia dei diritti di
uguaglianza rispetto alla legge; b) garanzia del godimento dei servizi
essenziali per la tutela e la dignità della persona; c) garanzia del
diritto alla sicurezza personale e alla scelta della pace; d) garanzia
della vivibilità ambientale e del rispetto del territorio in cui viviamo; e)
totale laicità dello stato e delle modalità organizzative della società; f)
diritto all’informazione e alla cultura; g) libertà di mercato vincolata
al rispetto dei diritti e della dignità della persona; h) garanzia del
godimento dei beni pubblici; i) riduzione delle spese militari e ritiro
dei contingenti impiegati nelle cosiddette “esportazioni di democrazia”. </span></b></li>
<li class="MsoNormal"><b><span style="font-size: small;">Tradotti
in interventi legislativi e nelle scelte amministrative questi punti
devono prevedere:<span> </span>a) patrimoniale e
riduzione delle tasse su lavoro; b) lotta all’evasione, manette agli
evasori, lotta alle mafie; c) ripubblicizzazione dei servizi essenziali
(istruzione, sanità, trasporti, energia) e abolizione dei contributi alle
strutture private operanti nei settori; d) difesa dei diritti del lavoro
(salvaguardia dell’articolo 18), abolizione del precariato, nuovo rapporto
tra età pensionabile e apprendistato dei giovani; e) ricostituzione di una
banca pubblica; f) sospensione dei faraonici progetti delle grandi
opere<span> </span>e utilizzo delle risorse per
manutenzione del territorio, energie alternative, riciclaggio rifiuti, rinnovamento
edilizia pubblica.</span></b></li>
<li class="MsoNormal"><b><span style="font-size: small;">La
moralizzazione della politica richiede anche misure specifiche: riduzione
del numero dei parlamentari e differenti funzioni per le due camere;
riduzione dei compensi di parlamentari e consiglieri regionali (ma anche
degli stipendi dei burocrati ai vari livelli); abolizione delle province e
riformulazione delle esigenze delle comunità montane; rigidi controlli
sulle spese elettorali e sui rimborsi alle formazioni politiche (i
rimborsi non vanno erogati se il partito non c’è più!); numero dei mandati
(assolutamente non più di due), ma non nel senso 2 qui, 2 là, 2 più in là
(due in tutto); composizione delle liste con parità dei sessi e privilegio
delle competenze e dei giovani, possibilmente liste sottoposte alla
approvazione di assemblee ampie (ovviamente con i controlli necessari in
rapporto anche alla consistenza che si immagina di raggiungere: è
certamente un punto non facile).</span></b></li>
</ol>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-2648010211109911952012-02-14T15:59:00.000+01:002012-02-14T15:59:11.701+01:00SCONFIGGERE LA FINANZIARIZZAZIONE<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Corro
volentieri il rischio di farmi piovere addosso giudizi molto critici e
impietosi, ma penso che, a fronte del marasma politico sempre più accentuato,
ciascuno abbia il dovere di correre anche questi rischi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcx3MPge6vIOzCrxObiW9vdiwkV4Ltk2QCUPcQs2mjc56ef7pnB2bhU2oeFBBxtUGCHEGy1ElbLNAKHDgYexrcsEghvHZTpb6o0hxuvXqm2-Q8bE7-qGFR_RtyBWP6iB4CL0lbdHVxiNLs/s1600/soldi+3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcx3MPge6vIOzCrxObiW9vdiwkV4Ltk2QCUPcQs2mjc56ef7pnB2bhU2oeFBBxtUGCHEGy1ElbLNAKHDgYexrcsEghvHZTpb6o0hxuvXqm2-Q8bE7-qGFR_RtyBWP6iB4CL0lbdHVxiNLs/s320/soldi+3.jpg" width="320" /></a><span style="font-size: 14.0pt;">E’
sempre più chiaro, lo sostengono anche esperti di economia che non scelgono
come mestiere complementare di essere servi del potere, che la crisi ha come
unico responsabile, e anche unico usufruttuario, la grande finanza: cioè quel
mondo di ricchi, faccendieri, alti manager, banchieri, erroneamente gratificati
ancora dell’epiteto di capitalisti (magari lo fossero, verrebbe da dire), che
speculano allegramente sui bond, sullo spread, sulle azioni, sulle alterne
giornate di borsa, sui prestiti, sui movimenti di denaro che non producono
nulla, se non il loro sfacciato e schifoso continuo arricchimento. La
principale responsabilità della crisi è, al di fuori di ogni ragionevole
dubbio, della finanza, che in questi ultimi due decenni ha progressivamente
sostituito il capitalismo industriale: un esempio tipico di questo degrado è il
“marchionismo”: a quel manager, da 15 mila euro al giorno più i guadagni
azionari e le stock option, non frega niente il cosa e il come produrre,
interessa soltanto che i suoi investimenti azionari qua e là nel mondo
accrescano la ricchezza sua e dei suoi complici. E naturalmente, il “progetto”
generale, se così lo possiamo chiamare, è sostenuto dalle banche, che hanno qua
e là nei governi, a cominciare da quello italiano, loro si dice autorevoli ma
sicuramente furbi rappresentanti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Al
potere delle banche contribuiamo in molti. Ogni pensionato che ha magari
versato sul conto la propria liquidazione, e cerca, se ci riesce, di non
intaccarla in previsione di esigenze future, sempre possibili con l’avanzare
dell’età. Ogni lavoratore che è costretto ad aprire un conto per ricevere il
salario o lo stipendio (con la scusa, per altro persino giusta, della
tracciabilità oggi tutto ciò che supera i mille euro deve passare da una
banca). Ogni cittadino che chiede un mutuo per comprare o anche solo
ristrutturare la casa (sempre che si annoi con il posto fisso). Sulle giacenze,
a parte qualche illusoria pubblicità, non ti danno nessun interesse, in più
paghi salata ogni operazione che sei costretto a fare. E con quei soldi fanno
quelle che vogliono, cioè il finanziamento delle operazioni finanziarie che
ingrassano i ricchi sempre più a danno di quelli che non lo sono affatto. E
cerchiamo di convincerci che quei soldi sono davvero tantissimi: per fare due
conti della serva, una giacenza media di 10 mila euro per un esercito di 20
milioni di cittadini (pensionati oltre una certa soglia,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>una discreta fascia di lavoratori dipendenti
e un po’ di piccolissimi commercianti e artigiani onesti contribuenti, cioè
quella che oggi, su esempio americano, si chiama impropriamente classe media)
fa 200 miliardi di euro, non una bazzecola. Tutta a disposizione degli
interventi truffaldini della banda.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Allora,
per non farla troppo lunga, vogliamo provare a lanciare una proposta che
potrebbe cercare di modificare alle fondamenta questa situazione? Ci provo.
Occorre ritornare alla banca pubblica. E non sarebbe necessario neppure lo
strumento della nazionalizzazione. Basterebbe sopprimere la clausola di legge
che garantisce a carico dello Stato le giacenze inferiori ai 100 mila euro e
invitare quindi (e in una fase di crisi non sarebbe certo difficile) a spostare
i propri conti corrente dalla banda privata attuale a quella di Stato. Con due
codicilli: il primo, che la banca pubblica si impegni ad assumere i dipendenti
(sotto il livello dei manager, ovviamente!) che la banca privata, costretta a
chiudere, licenzierebbe (in questo caso con giusta causa!); il secondo, che il
controllo della banca venga affidato a consigli eletti direttamente dai
correntisti, almeno fino a quando non sia possibile ripristinare una corretta
fiducia nelle rappresentanze politiche e istituzionali.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Che
ve ne pare? Follia? Certo, poi ci sono le esigenze della pace, della
sospensione degli armamenti, gli F32, la umanizzazione delle carceri, la difesa
del territorio, i beni comuni. Certo. Ma per finanziarie le opere necessarie a
far ritornare il paese al livello minimo di civiltà occorrono soldi, e fino a
che il controllo di quei soldi lo hanno i banchieri e i loro complici è persino
ovvio che i soldi vadano a finire da un’altra parte.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Se
a qualcuno sembra che tutto ciò non sia una follia, potremmo provare ad aprire,
come si chiama, una pagina o un gruppo su FB, provare a contare quanti si
riterrebbero sufficientemente d’accordo e poi, ovviamente, migliorare il tutto.
Io non ne sono capace, se qualcuno vuole rischiare! </span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6163598434247624602.post-13425683425645658682012-01-24T19:01:00.001+01:002012-01-24T19:01:58.051+01:00POLITICA E ARITMETICA<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt;">L’assenza
dell’aritmetica è un limite grave della politica: parlare senza mai far di
conto complica le cose e rende sempre più incomprensibili le proposte, ammesso
che qualche volta ci siano. Ma il deficit di aritmetica rende spesso incomprensibili
anche le notizie di cronaca che pure, per la loro rilevanza, dovrebbero farci
sperare.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt;">E’
il caso dell’indagine della Finanza che ha individuato 7.500 grandi evasori.
Bene, ci sarebbe solo da aggiungere che questi in galera non ci vanno mai e
sarebbe invece il caso di cambiare regola e, come si dice troppo spesso per i
poveracci, chiuderli e gettare via la chiave.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7n8dY4FUlT4Nd7aKPOK5xgVgOTyHxUtwcnLvcDF6YRTHV-BB4StckKRNvRGCC-gvz9W6isoYtv-4O8w76Cj9Rk5mGIPm4M6XN1h-FXEvkwEUR3-S1hNmSVPBjNuBqXZSlyMOyCaCK1-CL/s1600/evasore.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7n8dY4FUlT4Nd7aKPOK5xgVgOTyHxUtwcnLvcDF6YRTHV-BB4StckKRNvRGCC-gvz9W6isoYtv-4O8w76Cj9Rk5mGIPm4M6XN1h-FXEvkwEUR3-S1hNmSVPBjNuBqXZSlyMOyCaCK1-CL/s1600/evasore.jpeg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt;">La
cosa si complica se ti metti a fare due conti sul proseguo della notizia:
“hanno sottratto all’erario 21 miliardi di euro”. “Sottratti all’erario” vuol
dire che quei 21 miliardi erano tasse, e quindi che il reddito era molto di
più, più del doppio, dal momento che l’aliquota più alta è del 43%. Per
arrotondare facciamo circa 50 miliardi di euro di reddito. Bene. La cosa si
complica se ti viene in mente di dividere quei 50 miliardi per il numero di
evasori totali scoperti ai quali fanno capo. Giocando con gli zeri (che per il
miliardo sono nove) ti accorgi che, in media, ciascuno di quei 7.500 furfanti
ha un reddito di oltre sei milioni e mezzo di euro, uno stipendietto alla
Marchionne, insomma, escluse ben inteso le stock option.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt;">E
qui la cosa si complica ulteriormente. Perché la notizia riportata dal Fatto
quotidiano ti racconta di un medico da 100 euro all’ora al quale la Finanza ha
contestato 600 mila euro di entrate non denunciate. Per rispettare la media dei
sei milioni e mezzo a cranio, quindi, ce ne deve essere almeno uno che di
entrate ne ha avute per 12 milioni. E così via.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt;">In
ogni caso, dalla notizia corredata di aritmetica discenderebbe che in Italia di
ladri titolari di un reddito alla Marchionne, cioè superiore ai 6 milioni e
mezzo di euro, ce ne sono almeno 7.500. In realtà molti di più, ma fermiamoci
al dato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt;">Viene
allora spontaneo chiedersi: perché questi tecnici al governo, che pure per
gestire i loro affari di banca sono certamente esperti di aritmetica, non hanno
saputo fare un po’ di conti nell’interesse del paese? Sarebbe bastata una
patrimoniale del 20% sui redditi di quei 7.500 ladri (che ovviamente avrebbero
potuto scoprire anche prima, e comunque meno male che la Finanza abbia saputo e
voluto farlo) per recuperare una decina di miliardi, invece di sottrarli ai
pensionati, ai lavoratori, ai precari. Sapendo bene, poi, che quei 7.500 sono
solo la punta di un iceberg.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt;">La
risposta è una sola. Questo governo, sobrio, pulito, presentabile sulla scena
internazionale, discreto, educato, che sa anche parlare le lingue e non
soltanto muoverle, è un governo di destra, che di fronte a ogni scelta sa bene
da che parte stare, quella dei poteri forti, dei ricchi, dei banchieri, e
quindi di quel pezzo di società dove si annidano i peggiori ladri e furfanti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt;">Di
certo non fa il bunga bunga. E per questa ragione è apprezzato. Ciò ha una
conseguenza meritevole, tuttavia: non potendo più parlare di bunga bunga siamo
obbligati a parlare di politica. Se ci mettiamo finalmente un po’ di
aritmetica, forse ce la possiamo ancora fare.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0