domenica 1 maggio 2011

IL BEL PAESE

È sempre utile cercare di approfondire la conoscenza delle stranezze di questo nostro Paese. Mi è capitato di essere sollecitato alla sottoscrizione per una lista che concorre nelle prossime elezioni amministrative comunali, cosa sicuramente del tutto legittima, ma sono stato colpito nell’apprendere sul momento un dato quanto meno singolare. Il comune è Propata, nell’alta Val Trebbia, posto incantevole. Ma il dato singolare che mi ha subito colpito è il rapporto tra numero degli abitanti e competizione politico-amministrativa. Così ho cercato di approfondire la questione in rete. E i risultati sono questi.
Propata è un comune con una dimensione di poco più di 16 chilometri quadrati (su un sito poco esperto di aritmetica li riducono a 16 mila metri quadrati, in realtà espressa in mq la superficie sarebbe di 16 milioni): all’incirca un quadrato con 4 chilometri di lato. Conta una popolazione di 167 abitanti (censimento al 31 dicembre 2007): 97 maschi e 70 femmine (di solito vengono sempre prima i maschi, e non solo in caso di maggioranza numerica). Quasi metà della popolazione è al di sopra dei 65 anni, mentre solo il 5 per cento ha un’età inferiore ai 14 anni. Non ci sono scuole, farmacie, neppure banche. C’è un ufficio postale, e ovviamente una chiesa parrocchiale, intitolata a san Lorenzo, del quale, altrettanto ovviamente, si celebra la festa patronale il 10 agosto, cadenti o no le stelle. C’è anche un ristorante-albergo, che immagino svolga anche le funzioni di bar, dal momento che i siti non segnalano la presenza di questi esercizi nel territorio comunale, che prevede anche la presenza di tre frazioni.


Il comune ha naturalmente un sindaco, anzi l’uscente è una sindaca; due assessori (il sito non informa sulla specificità delle deleghe assessorili); ben 12 (dodici) consiglieri. Meno male che i due assessori (una donna e un uomo) ricoprono anche la carica di consiglieri. In ogni caso abbiamo tredici incaricati di amministrare e dirigere il comune per 167 abitanti, compresi i neonati, cioè un amministratore ogni 13 abitanti. È in pieno svolgimento la campagna elettorale, per la quale sono in lizza 6 (sei) liste! Gli elettori immagino siano all’incirca 150. Se andassero a votare tutti (sarebbe l’unico caso in Italia) e se le liste avessero un consenso più o meno equivalente, dato il meccanismo elettorale dei comuni inferiori a 15.000 abitanti sindaco e maggioranza dei consiglieri verrebbero eletti con il voto di 26 concittadini. Più o meno come se quei cittadini votassero per se stessi, o se si trattasse di eleggere il sindaco in famiglia.
Con tutto il rispetto che posso avere per Propata e per i suoi abitanti credo che siamo in presenza di due follie. La prima riguarda la possibilità che in Italia ci siano potestà amministrative che riguardino numeri così esigui di cittadini (e Propata è solo uno dei tantissimi casi esistenti), senza dimenticare che il comune è inserito anche in una Comunità montana, questione che non tratto per non dilungarmi. Ci sono ben altri modi per salvaguardare le specificità e le tradizioni culturali dei territori. La seconda riguarda la frammentazione politica e l’incapacità di unire forze e orientamenti capaci di offrire indirizzi e programmi efficaci per la tutela della democrazia e dei valori costituzionali. Insomma, ciò che offre al grillismo ulteriori argomenti di polemica anti-politica.

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