domenica 13 novembre 2011

SARÀ DURA

Sarà dura. Perché non si chiude una parentesi. Perché non è durata soltanto diciassette anni. I guasti sono cominciati prima, 4 agosto 1983: Craxi diventa presidente del consiglio. E cominciano i guai: Sacconi e Brunetta, tanto per fare dei nomi, provengono da lì. E anche B viene da lì, dalla fervida amicizia, dalle tangenti in cambio delle frequenze, dal potere mediatico. Allora si tratta di quasi un trentennio. Mussolini era durato meno, diciotto anni, più i due da repubblichino; anche se qualche fascista, a sentire i complimenti tra ministri, ha tenuto banco e poltrona fino a qualche ora fa.
Sarà dura. Perché lo sfascio prodotto da questi trent’anni è profondo. Hanno scavato nelle coscienze, indebolito di molto le difese morali, umiliato le risorse culturali, il “grande fratello”, la “isola dei famosi” e la “prova del cuoco” hanno arato il terreno sul quale sproloquiano i Minzolini i Ferrara e i Vespa, gli Scilipoti si proclamano “responsabili” e i Paniz inneggiano alle nipoti di ex capi di stato.
Sarà dura. Perché la finanziarizzazione dell’economia, l’idolatria del danaro, la santità del mercato hanno distrutto il valore del lavoro, al punto che non sarebbe male (chiedo scusa per il paradosso) cercare di tornare al capitalismo per ripristinare il pieno valore della lotta di classe! Oggi, a livello della managerialità più alta e più sfacciata, non conta quello che si produce ma solo il valore dell’azione (anche per via delle stock option): il risultato sono centinaia di migliaia di lavoratori sul lastrico.


Sarà dura. Perché ci terrorizzano con gli indici di borsa (lo spread è un’altra cosa, lì ci sono soldi veri da tirar fuori), e a nessuno viene in mente di ricordare che rispetto ai minimi del 2009-2010, quasi tutti i titoli sono in netto vantaggio, con percentuali di aumento di valore ben più alte dei salari e delle pensioni, che non hanno recuperato neppure la reale perdita del potere d’acquisto.
Sarà dura. Perché a qualcuno veniva in mente di fare ministri Amato e Dini, come se non avessero già fatto abbastanza danni. Certo, con Amato agli Interni i vertici dei servizi condannati per la macelleria messicana alla Diaz avrebbero goduto di qualche prestigioso incarico, come già successo a De Gennaro durante gli ultimi mesi del governo Prodi, quando appunto al Viminale sedeva l’imperturbabile Amato (che nei governi Craxi era sottosegretario alla presidenza del consiglio, un Gianni Letta ante litteram, insomma).
Eppure occorre guardare avanti. Ci sono gli “angeli del fango” di Genova, una quantità di giovani che hanno speso energie e cuore per aiutare gli alluvionati; ci sono gli studenti che reclamano di poter studiare, i precari che rivendicano il diritto a un lavoro meno insultante, lavoratori che difendono le fabbriche che li sfruttano perché il lavoro torni ad essere comunque un valore. E insieme a queste persone che occorre ricostruire la politica, la bella Politica con la iniziale maiuscola. E’ l’unico modo per costringere il governo Monti, se davvero lo mettono in piedi, a correggere in senso equo la manovra (introducendo innanzi tutto la patrimoniale sulle ricchezze) e dare poi la parola ai cittadini. Con l’assoluta necessità di una nuova legge elettorale, per la quale si raccolsero poco tempo fa ben più di un milione di firme.
Solo così si potrà cominciare a restituire ai craxo-berluscones il gesto che hanno sempre rivolto ai ceti popolari, così ben interpretato da Sordi ne I vitelloni!

1 commento:

Huetchen ha detto...

Sono d'accordo
http://comunistamedio.blogspot.com/2011/11/invece-si-puo.html