lunedì 24 gennaio 2011

TROPPI ZERI

Carlo Alberto Salustri, meglio noto come Trilussa (anagramma del cognome), non è stato certo un fervente democratico, tanto meno uno di sinistra. Durante il fascismo il suo umorismo, del resto come altri, si adagiò nel meno compromettente qualunquismo. Tuttavia, gli orrori della guerra risvegliarono anche in lui la voglia di colpire nel segno: lo fece infatti in una delle sue ultime poesie, intitolata Nummeri, del 1944. Ve la ripropongo qui di seguito.

Conterò poco, è vero:
diceva l’Uno ar Zero,
ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
Sia nell’azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
Io, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so’ li zeri che je vanno appresso.

Che ne dite, non è lo specchio dell’Italia di oggi e degli ultimi diciassette anni? Cerchiamo di leggere questa poesia di Trilussa a un po’ di zeri, non si fatica a trovarli.

Giuliano Giuliani

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