giovedì 5 maggio 2011

REALTÀ E INFORMAZIONE


Silviuzzo è un passerottino che svolazza leggiero (la i sottolinea la pronuncia meridionaleggiante). Ha detto proprio così, lunedì scorso, una  sguaiata vegliarda berlusconiana, capigliatura di recente tintura lussureggiante, davanti al tribunale milanese. Mentre svolazza, il passerottino è riuscito: 1) a umiliare ancora una volta il Paese con l’accordo farsa sulla missione libica, la cui sostanza è stata ridicolizzata dagli alleati nel giro di pochi secondi; 2) a far incazzare un po’ dei suoi con la designazione del contabile a successore, peraltro ridimensionata dopo poche ore; 3) a rimpastare il governo, assegnando nove posti di sottosegretario ai mercanti di responsabilità (brilla fra questi un aiuto cuoco in famiglia, buongustaio a suo dire, incaricato di un alto controllo sulle adulterazioni alimentari); 4) a promettere la costituzione di altri dieci sottosegretariati (ci vorrà un provvedimento legislativo ad hoc per superare i limiti attualmente fissati), per calmare le ansie ribollenti di alcuni responsabili (un vecchio paninista del TG1 in prima fila) che, delusi dai mancati premi, potrebbero compiere atti di vera e propria irresponsabilità, come ad esempio la riscoperta di un minimo di dignità. Il tutto in tre giorni (sulle notti è calato il silenzio).


Intanto si umilia la decenza democratica e si truffano i cittadini con la soppressione di fatto di tutti i referendum, perché è sempre più difficile convincere la gente ad andare a votare anche solo per dire di NO al legittimo impedimento.
Intanto la benzina e il gasolio corrono, il contabile guarda con soddisfazione alla crescita delle accise mentre i petrolieri continuano i loro voluminosi incassi, destinabili da alcuni ad altri investimenti in deludenti imprese calcistiche, deludenti per chi ancora purtroppo pensa al tifo come a qualcosa di serio, perché per gli impresari sono sempre e soltanto business.
Intanto la disoccupazione giovanile cresce a ritmo giornaliero e aumentano le crisi industriali, la cassa integrazione, la messa in mobilità, il disastro di un economia senza timone e senza rotta.
Ma intanto, quello che si sente dire nella opposizione parlamentare è che ci vuole crescita, è che ci vuole nuovo sviluppo. Frasi vuote e pericolose, che non significano più nulla, anzi peggio. Mai, neanche per sbaglio, che si senta dire che occorre una nuova, gigantesca redistribuzione, attraverso strumenti fiscali e legislativi, capaci questi ultimi di restituire e rafforzare diritti a chi ne è stato privato nei fatti. La beatificazione dello sviluppo serve solo a far giudicare positiva la proposta delle 50 mila Maserati, ma dove, ma quando! Mai che si senta dire che occorre un nuovo piano pubblico di controllo e gestione di servizi essenziali e di reparti industriali di eccellenza. Mai che si senta dire che i grandi evasori (e anche un po’ di medi) devono sostituire nelle carceri gli immigrati clandestini e che i loro reati devono essere considerati almeno come la associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio dell’economia del paese (in questo caso l’associazione può essere ammessa anche in caso di non conoscenza conclamata dei protagonisti del reato, perché in effetti si tratta davvero di una banda!).
No, cose troppo serie e impegnative. Intanto occupiamoci con passione necrofila del dibattito in corso sulla trasmissione o meno delle foto del corpo di Bin Laden e su tutta la dietrologia che si infiamma intorno all’argomento. Tanto è sicuro: fra qualche giorno i cattivi maestri della informazione manipolata qualche altra cosa su cui concentrare l’inutile attenzione delle masse la trovano.

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