Ogni giorno ha la sua pena, talvolta due o più.
Figuriamoci quante ne ha una settimana. Provo a commentarne qualcuna.
1. Il big del made
in Italy, Della Valle, attacca i politici e, di fatto, avanza una
candidatura. No, grazie. Per due ragioni: la prima è che di imprenditori scesi
in politica ne abbiamo davvero abbastanza; la seconda è che un attacco a tutta
la classe politica è proprio sbagliato. Non sono tutti uguali, anche se il
livello di moralità e sceso (ma questo riguarda tutto il Paese e non solo la
classe politica). Sostenerlo è il migliore appoggio al berlusconismo, ci pensa
già il grillismo e non è proprio il caso che anche il padrone delle scarpe ci
metta del suo. Vale anche per Montezemolo, che anche quanto a imprenditoria non
sembra proprio un genio, basta vedere come vanno Fiat e Ferrari.
2. Proseguono gli attacchi indecenti all’informazione
televisiva, quella decente ovviamente, quella di una parte del servizio
pubblico. I giornalisti di RAI3 proseguono la loro denuncia, anche Linea notte corre seriamente il rischio
di essere depotenziata. Che fare? Non pagare il canone? Solo se si riuscisse a
mettere in piedi una class action,
perché in questo caso le azioni individuali non hanno senso. E comunque si
danneggerebbe solo il servizio pubblico. Spegnere per sempre il televisore?
Neppure, perché comunque, in qualche caso, offre strumenti di conoscenza.
Allora? Allora non resta che saper selezionare i programmi. Gli indici di
ascolto sono determinanti per le scelte delle emittenti, e se cala l’audience
qualche provvedimento lo prendono. Per esempio, dopo l’allontanamento della
Costamagna, sostituita dal vicedirettore del giornale di Berlusconi, non guardo
più In onda, la trasmissione de La7,
di cui era conduttrice. Se lo facessimo in tanti (si potrebbe persino fare un
gruppo su Fb: suggerimento a chi li sa fare!), potremmo persino raggiungere un
piccolo risultato incoraggiante.
3. La buona, anzi buonissima, notizia è la raccolta di
un milione e duecentomila firme per il referendum sulla legge elettorale.
Secondo risultato nella storia di tutti i tempi, secondo solo alla raccolta del
’93. E’ un risultato incoraggiante, proprio per la partecipazione, in un tempo
molto limitato, di tante persone. Persone, appunto, non militanti. Non è un risultato
di partito, o di coalizioni: è una scelta consapevole di persone, alla quale un
po’ di organizzazioni hanno contribuito al più con i “banchetti”, come ha detto
il segretario del Pd. Ed è per questa ragione che trovo negativo che una parte
della sinistra si sia schierata contro il referendum, non comprendendo che non
si trattava tanto di scegliere il mattarellum
al posto del porcellum, ma di
manifestare la volontà di abrogare la peggior legge elettorale del mondo
civile.
4. La Lega sta offrendo il meglio di sé. Bossi
pretende di scegliere il governatore della Banca d’Italia in base al luogo di
nascita. L’autore del porcellum “semplifica”
il federalismo con la costituzione dello stato lombardo-veneto (balordaggine,
secondo il presidente della Repubblica). L’eurodeputato Salvini, fresco di
barbetta, individua le ragioni della crisi nel fatto che in un comune della
Sicilia (dove governano da troppo tempo i suoi alleati) pagano tutto l’anno gli
spalatori. Il ministro degli Interni permette che il suo gruppo voti la fiducia
a un indagato per mafia. Meno male che le cronache ci raccontano di una base in
fermento. La sinistra vorrà rivolgere ai tanti operai che al Nord votano Lega
una proposta programmatica per recuperare ritardi e insufficienze e consentire
che il fermento non si imputridisca?
5. Naturalmente, mentre il Paese va a rotoli, questa
banda di cialtroni si preoccupa di accelerare sulle intercettazioni,
indispensabili, come si sa, per cercare di scoprire le malefatte. E imbrogliano
come sempre sui numeri: parlano di 150.000 intercettati (sono al più sei mila)
e di tre milioni di intercettazioni. Ricordiamoci sempre che, per citarne
soltanto una, senza intercettazioni non avremmo saputo di quegli sporchi
padroni che sghignazzavano sul terremoto dell’Aquila pensando ai prossimi
affari.
6. A Milano Pisapia denuncia che un commerciante su
cinque è vittima dell’usura camorristica. Il comandante dei carabinieri
milanesi, destinato ad altro incarico (auguri ai destinatari), dice che le
denunce sono state solo una decina. Appunto!
Alla prossima.
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