sabato 1 ottobre 2011

MISCELLANEA


Ogni giorno ha la sua pena, talvolta due o più. Figuriamoci quante ne ha una settimana. Provo a commentarne qualcuna.

1. Il big del made in Italy, Della Valle, attacca i politici e, di fatto, avanza una candidatura. No, grazie. Per due ragioni: la prima è che di imprenditori scesi in politica ne abbiamo davvero abbastanza; la seconda è che un attacco a tutta la classe politica è proprio sbagliato. Non sono tutti uguali, anche se il livello di moralità e sceso (ma questo riguarda tutto il Paese e non solo la classe politica). Sostenerlo è il migliore appoggio al berlusconismo, ci pensa già il grillismo e non è proprio il caso che anche il padrone delle scarpe ci metta del suo. Vale anche per Montezemolo, che anche quanto a imprenditoria non sembra proprio un genio, basta vedere come vanno Fiat e Ferrari.

2. Proseguono gli attacchi indecenti all’informazione televisiva, quella decente ovviamente, quella di una parte del servizio pubblico. I giornalisti di RAI3 proseguono la loro denuncia, anche Linea notte corre seriamente il rischio di essere depotenziata. Che fare? Non pagare il canone? Solo se si riuscisse a mettere in piedi una class action, perché in questo caso le azioni individuali non hanno senso. E comunque si danneggerebbe solo il servizio pubblico. Spegnere per sempre il televisore? Neppure, perché comunque, in qualche caso, offre strumenti di conoscenza. Allora? Allora non resta che saper selezionare i programmi. Gli indici di ascolto sono determinanti per le scelte delle emittenti, e se cala l’audience qualche provvedimento lo prendono. Per esempio, dopo l’allontanamento della Costamagna, sostituita dal vicedirettore del giornale di Berlusconi, non guardo più In onda, la trasmissione de La7, di cui era conduttrice. Se lo facessimo in tanti (si potrebbe persino fare un gruppo su Fb: suggerimento a chi li sa fare!), potremmo persino raggiungere un piccolo risultato incoraggiante.

3. La buona, anzi buonissima, notizia è la raccolta di un milione e duecentomila firme per il referendum sulla legge elettorale. Secondo risultato nella storia di tutti i tempi, secondo solo alla raccolta del ’93. E’ un risultato incoraggiante, proprio per la partecipazione, in un tempo molto limitato, di tante persone. Persone, appunto, non militanti. Non è un risultato di partito, o di coalizioni: è una scelta consapevole di persone, alla quale un po’ di organizzazioni hanno contribuito al più con i “banchetti”, come ha detto il segretario del Pd. Ed è per questa ragione che trovo negativo che una parte della sinistra si sia schierata contro il referendum, non comprendendo che non si trattava tanto di scegliere il mattarellum al posto del porcellum, ma di manifestare la volontà di abrogare la peggior legge elettorale del mondo civile.

4. La Lega sta offrendo il meglio di sé. Bossi pretende di scegliere il governatore della Banca d’Italia in base al luogo di nascita. L’autore del porcellum “semplifica” il federalismo con la costituzione dello stato lombardo-veneto (balordaggine, secondo il presidente della Repubblica). L’eurodeputato Salvini, fresco di barbetta, individua le ragioni della crisi nel fatto che in un comune della Sicilia (dove governano da troppo tempo i suoi alleati) pagano tutto l’anno gli spalatori. Il ministro degli Interni permette che il suo gruppo voti la fiducia a un indagato per mafia. Meno male che le cronache ci raccontano di una base in fermento. La sinistra vorrà rivolgere ai tanti operai che al Nord votano Lega una proposta programmatica per recuperare ritardi e insufficienze e consentire che il fermento non si imputridisca?

5. Naturalmente, mentre il Paese va a rotoli, questa banda di cialtroni si preoccupa di accelerare sulle intercettazioni, indispensabili, come si sa, per cercare di scoprire le malefatte. E imbrogliano come sempre sui numeri: parlano di 150.000 intercettati (sono al più sei mila) e di tre milioni di intercettazioni. Ricordiamoci sempre che, per citarne soltanto una, senza intercettazioni non avremmo saputo di quegli sporchi padroni che sghignazzavano sul terremoto dell’Aquila pensando ai prossimi affari.

6. A Milano Pisapia denuncia che un commerciante su cinque è vittima dell’usura camorristica. Il comandante dei carabinieri milanesi, destinato ad altro incarico (auguri ai destinatari), dice che le denunce sono state solo una decina. Appunto!

Alla prossima.

Nessun commento: