Le elezioni in Friuli aprono ad
alcune considerazioni interessanti, fermo restando il primo dato preoccupante
rappresentato dall’enorme calo dell’affluenza al voto. Ha votato infatti solo
il 50,48 per cento degli aventi diritto, con un calo di 27 punti percentuali
rispetto alle elezioni di due mesi fa e soprattutto con un calo di circa 250
mila votanti.
Un’altra premessa riguarda il
meccanismo elettorale delle regionali, molto diverso dal porcellum. Si può
infatti votare soltanto per il candidato presidente senza votare anche per una
lista che lo sostiene o anche in modo disgiunto (presidente e lista di un altro
candidato). Questo ha fatto sì che ci sia stata una forte differenza fra i voti
di ciascun candidato presidente e quelli ottenuti complessivamente dalle liste
ad essi collegate.
Primo dato. La candidata del
centrosinistra Serracchiani ha avuto 211.508 voti, oltre 13 mila voti in più
rispetto a quelli avuti dalla coalizione Bersani alla Camera. E ciò comporta
che la percentuale, proprio per effetto del calo di votanti, sale dal 27,48 al
39,39, cioè addirittura di dodici punti. All’interno della coalizione è ottimo,
anche se pur sempre contenuto, il risultato di SEL che acquisisce addirittura
58 voti in più, ma con incremento percentuale dal 2,45% al 4,45%. Ora è vero
che il PD conquista come voto di lista solo 107.155 voti, rispetto ai 178.149
di due mesi fa, ma è addirittura ovvio che il voto alla Serracchiani
individuava il partito di appartenenza. Vuol dire che la scelta di un candidato
conta molto. E questo apre una serie di considerazioni sulla personalizzazione
della politica che qui tralascio.
Secondo dato. Il PdL, che pure
aumenta percentualmente di un punto, raccoglie oltre 54 mila voti in meno
(andamento simile quello della Lega, che guadagna un punto e mezzo e lascia sul
terreno oltre 15 mila voti. Dal punto di vista dei voti di lista va segnalato
che quella personale del candidato del centrodestra Tondo raccoglie 42.847
voti, pari al 10,72%, che sommati a quelli del PdL, dell’UDC e della destra,
oltre ai soliti pensionati d’appoggio, porta i voti di lista a 180.657, cioè il
45,21% dei voti di lista espressi. E questa è una delle cose incredibili del
voto friulano. Un 45 e passa per cento come voto di lista e solo il 39% come
voto da presidente, con un totale di 209.442. Si vede che proprio non potevano
sopportarlo. Comunque il centrodestra due mesi fa aveva raccolto 201.865 voti,
il 27,98% e che occorre ricordare che deu messi fa la lista Monti (alle
regionali solo il pezzetto casiniano ha appoggiato il candidato del
centrodestra) aveva avuto ben 92.813 voti, pari al 12,85%.
Terzo dato. Succede per il
candidato grillino l’esatto opposto di quello accaduto a Tondo. La lista
raccoglie soltanto 54.952 voti, il 13.75%, mentre il candidato Galluccio ne ha
avuti 103.133, cioè il 19,21%. Ma per il grillino Galluccio il tonfo rispetto a
due mesi fa è davvero impressionante. Alla Camera il M5S aveva raccolto 196.218
voti, pari al 27,22%. Quindi un calo di quasi 100 mila voti considerando quelli
raccolti dal candidato e 142 mila rispetto alla lista. E ciò mentre tutto
poteva lasciar pensare che, visto quello che stava succedendo in parlamento con
l’elezione dei presidente, il M5S avrebbe fatto il pieno. Il capocomico dice
che le elezioni regionali non hanno nulla a che vedere con le politiche.
Contento lui!
Alla prossima.
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