giovedì 21 aprile 2011

DI VERGOGNA IN VERGOGNA

È vero, non c’è più limite. Provano a far fallire il quorum del referendum dichiarando che il nucleare non si fa più. E scrivono che si dovranno vedere bene le nuove tecnologie! D’altra parte il lancio delle centrali (dove e quando non l’hanno mai detto) serviva solo a distribuire quattrini e prebende agli amici cementieri e costruttori edili e a fare contenti un po’ di fanatici nuclearisti bi-partizan. Troveranno qualche escamotage.


Il problema vero è che, dopo la catastrofe giapponese, i referendum il quorum lo avrebbero raggiunto. Già: i referendum. Perché ci sono quelli contro la privatizzazione dell’acqua. Molti non sono d’accordo di regalare quattrini a un po’ di disonesti che sfruttano un bene pubblico per eccellenza (anche se pubblico, in questo caso, suona male, visto il comportamento di molte amministrazioni locali). Ma l’acqua tira meno del nucleare. Questo la banda lo sa. E allora, un po’ di servi fatti ministri via a dire che il referendum è superato nei fatti. Secondo le regole ancora no, ma cercheranno di provvedere. Perché?

Perché quello che importa alla banda e far fallire il quorum sul legittimo impedimento, una delle tante leggi ad schifezzam prodotte in questi anni per sottrarre il capobanda ai processi. Tanti processi, perché non c’è l’accanimento giudiziario, ma solo l’accanimento di B a delinquere.

Poi arrivano gli ultimi sciacquini, uno a Milano con i manifesti contro i giudici, e uno in parlamento (e qui mi tocca scriverlo con la minuscola) con la modifica dell’articolo 1 della Costituzione, espressamente contro il Presidente della Repubblica e la divisione dei poteri. Non hanno fatto altro che scrivere quello che il capo dice in continuazione. Ma lo scopo, è un altro, come ha giustamente osservato Concita De Gregorio sull’Unità: offrire argomenti di dibattito e di scontro, distogliere l’attenzione delle coscienze pigre dai problemi reali, creare scompiglio, alimentare talk show e dichiarazioni cicchitian-capezzoniane (che nausea!). Lo sanno bene che quella modifica non passerà mai, ma un cialtrone (ex dc e fondatore del partito del capobanda in una regione) lo si trova sempre nel gruppone. E l’operazione va avanti. Ci pensano i minzolingua e i tripponi.

Poi se la prendono con chi denuncia alzando la voce. Ma è davvero impossibile che in questo Paese non si possa pensare a una vera, grande rivolta morale, dove l’aggettivo ha ancora più valenza del sostantivo.

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