Stamani era praticamente deserto il piazzale davanti al Tribunale di Milano, quando s.b. si è presentato a una delle tante udienze per il processo Mills. C’era solo quella povera vecchietta coi capelli tinti di rosso, che declamava e cantava strofette rivolte alla grandezza del suo idolo. Un segnale eloquente dello sfacelo.
Capolinea vicino, dunque? È sempre, comunque, sperabile. Ma occorre andarci piano. Non solo per la situazione sempre più drammatica che riguarda l’intera Europa, con i cataclismi indotti dalla crisi finanziaria. Non solo per l’inarrestabile degrado morale e civile di un paese che, nonostante la misura fosse colma da tempo, fornisce altri esempi illuminanti ogni giorno. Sono persino riemerse le responsabilità del boss della protezione civile, che era riuscito ad occultarsi per un po’ di tempo, contando forse sul fatto che le sue porcate potevano essere giudicate bazzecole rispetto a quella del capo supremo e di altri suoi accoliti. Non solo per la gravità della crisi occupazionale che minaccia interi territori, vedi a solo titolo di esempio drammatico, la situazione di Termini Imerese.
Un aspetto che a volte, o spesso, si sottovaluta, è che l’assetto dirigenziale, e non solo quello, di istituzioni dello Stato, che sono decisive per le garanzie di tutela democratica, presentano situazioni che si possono definire inquietanti.
Non ci sono solo le condanne a anni di carcere, e soprattutto di interdizione dai pubblici uffici, emesse dalla Corte d’Appello genovese ai vertici della polizia per i fatti di Genova, condanne che attendono il verdetto di legittimità da parte della Corte di Cassazione e che, se quel verdetto sarà come ci si augura positivo, vedrà la decapitazione, a livello nazionale ovviamente, di tutti i più delicati settori operativi della polizia stessa.
C’è la condanna a 14 anni di carcere insieme all’interdizione perpetua, inflitta in primo grado dal Tribunale di Milano al generale Giampaolo Ganzer, capo dei ROS, i reparti operativi speciali dei carabinieri: condanna emessa per traffico di stupefacenti, che ha coinvolto un altro generale e altri alti papaveri, compreso un magistrato che non aveva preso adeguati provvedimenti. Vale la pena ricordare che Ganzer risultava essere il più alto in grado tra gli ufficiali dei carabinieri presenti a Genova nel luglio del 2001.
Ci sono le indagate compromissioni del generale comandante della Guardia di finanza.
Ci sono le denunciate violenze dei Nocs e i comportamenti sempre più inaccettabili di reparti delle forze dell’ordine impegnate in quelle che, beffardamente, si chiamano ancora operazioni di ordine pubblico. E sono comportamenti che dovrebbero allarmare per il clima di impunità che sottintendono.
Insomma, un quadro per niente rassicurante che riguarda, appunto, corpi dello Stato che dovrebbero essere tesi alla tutela e difesa delle regole democratiche.
È sconfortante che l’opposizione parlamentare, e anche quella estromessa dal Parlamento in base al “porcellum” da abrogare, di queste legittime preoccupazioni parlino poco. Che sia necessaria una sveglia?
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