giovedì 12 gennaio 2012

ADDIO REFERENDUM. E LA SINISTRA?


Sono convinto da tempo che il meccanismo del referendum vada modificato: ad esempio aumentando di molto il numero delle firme necessarie (anche fino a due milioni), con congruo aumento dei tempi per raccoglierle, e abolendo il quorum, lasciando cioè ai cittadini il diritto-dovere di decidere.
Sono altrettanto convinto che sia una violenza alla democrazia privare i cittadini di questo diritto-dovere, come ha fatto oggi la corte costituzionale, con motivazioni che non guardano alla sostanza e che mi appaiono sinceramente ridicole.


Ciò premesso vengo alla sostanza della questione, e cioè alle divisioni a sinistra che la stessa indizione del referendum e la raccolta delle firme hanno innestato (come se ci fosse bisogno di altri argomenti di divisione e di distinguo in questa derelitta sinistra italiana!). E lo faccio perché sono altrettanto sinceramente preoccupato da alcune ovazioni alla decisione della corte che ho sentito e letto su FB.
È certamente condivisibile l’affermazione che il cosiddetto mattarellum non è il massimo e che il miglior sistema elettorale, in grado di restituire alla politica e ai partiti la capacità di decidere come governare, è il proporzionale puro con adeguato sbarramento per evitare la degenerazione ridicola delle cinquanta liste (operazione nella quale la sinistra non ha eguali: oggi, in Italia, si contano 12 partiti cosiddetti comunisti!). Insomma, un sistema alla tedesca, spread permettendo.
Il mattarellum elegge il 75% dei parlamentari col sistema dei collegi uninominali (favorendo quindi il formarsi di coalizioni ma obbligando a scelte di persone che abbiano almeno una parvenza di dignità), e affida il restante quarto al proporzionale, con uno sbarramento al 4% su base nazionale (favorendo quindi anche la possibilità di non essere obbligati a scelte di coalizione). E per questo 25% di parlamentari da eleggere ci sono le preferenze, unica garanzia contro la elezione di uno Scilipoti o di uno Stracquadanio, o di quel radicale eletto nel PD che vota a favore dei casalesi. E invece no, guai al mattarellum, così ci teniamo il porcellum che, nell’attuale panorama, può consentire a una coalizione che prenda poco più di un terzo dei voti espressi (cioè poco più di un sesto del corpo elettorale, data la convinzione presente ad esercitare il diritto-dovere di voto) di ottenere la maggioranza assoluta di 340 seggi alla Camera e condizionare così il governo in modo totalitario. Con l’aggiunta che ladri, mafiosi, saltimbanchi (tutti, naturalmente, a loro insaputa!), senza nessun controllo da parte dei cittadini, potranno tranquillamente continuare a frequentare le aule parlamentari.
Pia illusione, con tanti auguri di ristabilimento, quella di chi pensa che l’attuale quadro politico possa consentire un’intesa per una nuova legge elettorale. Per come sono adesso i gruppi dirigenti dei partiti presenti in Parlamento, non emergerà proprio una voglia di pulizia e di rinnovamento. Il risultato sarà che quella che viene considerata la sinistra radicale del paese verrà esclusa dalla rappresentanza parlamentare anche nella prossima legislatura e si avvierà così alla definitiva estinzione.
Questo, sinceramente, mi addolora e mi preoccupa.

Nessun commento: