L’assenza
dell’aritmetica è un limite grave della politica: parlare senza mai far di
conto complica le cose e rende sempre più incomprensibili le proposte, ammesso
che qualche volta ci siano. Ma il deficit di aritmetica rende spesso incomprensibili
anche le notizie di cronaca che pure, per la loro rilevanza, dovrebbero farci
sperare.
E’
il caso dell’indagine della Finanza che ha individuato 7.500 grandi evasori.
Bene, ci sarebbe solo da aggiungere che questi in galera non ci vanno mai e
sarebbe invece il caso di cambiare regola e, come si dice troppo spesso per i
poveracci, chiuderli e gettare via la chiave.
La
cosa si complica se ti metti a fare due conti sul proseguo della notizia:
“hanno sottratto all’erario 21 miliardi di euro”. “Sottratti all’erario” vuol
dire che quei 21 miliardi erano tasse, e quindi che il reddito era molto di
più, più del doppio, dal momento che l’aliquota più alta è del 43%. Per
arrotondare facciamo circa 50 miliardi di euro di reddito. Bene. La cosa si
complica se ti viene in mente di dividere quei 50 miliardi per il numero di
evasori totali scoperti ai quali fanno capo. Giocando con gli zeri (che per il
miliardo sono nove) ti accorgi che, in media, ciascuno di quei 7.500 furfanti
ha un reddito di oltre sei milioni e mezzo di euro, uno stipendietto alla
Marchionne, insomma, escluse ben inteso le stock option.
E
qui la cosa si complica ulteriormente. Perché la notizia riportata dal Fatto
quotidiano ti racconta di un medico da 100 euro all’ora al quale la Finanza ha
contestato 600 mila euro di entrate non denunciate. Per rispettare la media dei
sei milioni e mezzo a cranio, quindi, ce ne deve essere almeno uno che di
entrate ne ha avute per 12 milioni. E così via.
In
ogni caso, dalla notizia corredata di aritmetica discenderebbe che in Italia di
ladri titolari di un reddito alla Marchionne, cioè superiore ai 6 milioni e
mezzo di euro, ce ne sono almeno 7.500. In realtà molti di più, ma fermiamoci
al dato.
Viene
allora spontaneo chiedersi: perché questi tecnici al governo, che pure per
gestire i loro affari di banca sono certamente esperti di aritmetica, non hanno
saputo fare un po’ di conti nell’interesse del paese? Sarebbe bastata una
patrimoniale del 20% sui redditi di quei 7.500 ladri (che ovviamente avrebbero
potuto scoprire anche prima, e comunque meno male che la Finanza abbia saputo e
voluto farlo) per recuperare una decina di miliardi, invece di sottrarli ai
pensionati, ai lavoratori, ai precari. Sapendo bene, poi, che quei 7.500 sono
solo la punta di un iceberg.
La
risposta è una sola. Questo governo, sobrio, pulito, presentabile sulla scena
internazionale, discreto, educato, che sa anche parlare le lingue e non
soltanto muoverle, è un governo di destra, che di fronte a ogni scelta sa bene
da che parte stare, quella dei poteri forti, dei ricchi, dei banchieri, e
quindi di quel pezzo di società dove si annidano i peggiori ladri e furfanti.
Di
certo non fa il bunga bunga. E per questa ragione è apprezzato. Ciò ha una
conseguenza meritevole, tuttavia: non potendo più parlare di bunga bunga siamo
obbligati a parlare di politica. Se ci mettiamo finalmente un po’ di
aritmetica, forse ce la possiamo ancora fare.
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