venerdì 24 dicembre 2010

BOMBE A OROLOGERIA

Però, che puntualità! Troppo bella e pacifica la manifestazione degli studenti romani, e poi, quel presidente che si permette anche di riceverli e di ascoltare le loro ragioni! E così arrivano le bombe, per adesso di calibro contenuto, anche se un poveretto ci rimette le mani. Ma quello che conta è la rivendicazione. Maroni l’aveva detto: sono anarchici. E infatti la sigla è FAI, Federazione Anarchica, ma la I non sta per Italiana, è l’acronimo di “informale”, più aderente alla caratteristica del governo. L’essenziale è che i babbioni ci credano, che non si facciano illusioni sulla reale volontà distruttrice di quei ragazzacci che protestano contro la migliore delle riforme possibili (questi cialtroni berlusconiani ricopiano persino gli slogan), colgano i collegamenti che gli studenti stanno costruendo con i precari, che sono tali perché fannulloni, come dice Brunetta, e con gli operai che accampano diritti invece di “lavurà” e basta, come suggerisce il Trota! E sotto la direzione di questi pensatori il Paese affonda miseramente.

La risoluzione di un gioco enigmistico mi ha offerto una frase del Giusti che si adatta molto al fondatore del partito del predellino: “Alcuni amano tanto la libertà da volerla tutta per sé”. Ecco, un’idea di fondo intorno alla quale raccogliere le volontà è che se non c’è libertà per i più deboli non c’è per nessuno a parte il tiranno e i suoi accoliti. Guarda caso è l’idea fondante della sinistra, non dimentichiamolo.

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