Sono ancora in tanti a non conoscere il meccanismo fraudolento che regola la distribuzione dell’8 per mille. E allora mi permetto di fornire qualche informazione.
La scelta per attribuirlo, in sé legittima, avviene come è noto con la dichiarazione dei redditi, o anche soltanto con l’invio del CUD: è sufficiente apporre la propria firma nell’apposita casella. Le caselle, nell’ultima dichiarazione erano sette: lo stato, la chiesa cattolica e altre cinque confessioni religiose, fra le quali l’evangelica e l’ebraica. La distribuzione alle varie entità non avviene sommando per ciascuna l’8 per mille delle tasse di ciascun contribuente sottoscrittore (come avviene invece per la scelta del 5 per mille) ma facendo riferimento all’intero ammontare delle imposte derivanti dall’IRPEF. E questa è una prima anomalia.
Dove sta la “frode”, allora? Sta nel fatto che la distribuzione alle singole entità avviene percentualmente sulla base delle scelte operate da quei contribuenti che decidono di scegliere. In effetti scelgono di optare per la destinazione dell’8 per mille una netta minoranza di contribuenti che compilano la dichiarazione (tra il 30 e il 40 per cento), ma il risultato finale tiene conto delle percentuali espresse. Cioè: se, poniamo, di quel 30 per cento che sceglie, il 90 per cento sceglie la chiesa cattolica, al Vaticano va il 90 per cento dell’importo globale dell’8 per mille. Chiaro? E’ così che con la dichiarazione dei redditi del 2010, quella di quest’anno, alla chiesa cattolica sono andati un miliardo e 118 milioni, pari all’85% dell’intero ammontare dell’8 per mille! Insomma, se a scegliere fossero solo Bertone e la Bindi, alla chiesa cattolica andrebbe il 100% dell’intero importo!
Sembrerebbe del tutto logico correggere la “frode”. Difficile che si decidano a farlo e anche l’attuale opposizione parlamentare si guarderebbe bene dall’inimicarsi l’oltretevere. Resta una sola cosa da fare: scegliere la destinazione. Ma qui non c’è molto da stare allegri: se l’alternativa è lo stato, con la banda b al governo neanche a parlarne, immaginarsi che cosa ne farebbero Tremonti, Brunetta e Calderoli! La scelta meno dolorosa, anche per un feroce laico non credente, potrebbe essere la chiesa evangelica, sicuramente la scelta del meno peggio.
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