venerdì 12 agosto 2011

MA CHE BELLA MANOVRA!

Speravo di poter rivedere lo straordinario film di Forman con un altrettanto straordinario Nicholson, ma va ringraziata La7 che ha mandato in onda una diretta sulle decisioni del governo, con la conferenza stampa a palazzo e i commenti di qualche dirigente di partito. Perché ha svolto quello che dovrebbe essere il servizio pubblico, quello che avrebbero dovuto fare RAI1, RAI2 e anche RAI3. Mi permetto quindi alcune considerazioni a caldo.
La prima. Questa destra oscena vende in primo luogo la riduzione dei costi della politica e B ha sparato anche la cifra di 54 mila poltrone soppresse. Per carità, lo schifo ulteriore provocato dai costi del menù del senato della camera meritava senz’altro una risposta. Ma stiamo attenti: le 54 mila poltrone comprendono quelle dei comuni con meno di 1000 abitanti (allo scadere del mandato) perché verranno accorpati; e questi da soli fanno la maggioranza di quelle poltrone, oltre tutto con costi di bassissima rilevanza. La stessa riduzione degli stipendi di senatori, parlamentari, consiglieri regionali e giù a scendere, è giustissima, ma la quota complessiva di risparmio sarà di qualche centinaio di milioni di euro, ben poca cosa a fronte dei 45 miliardi aggiuntivi di manovra nei due anni, 2012 e 2013. Allora penso che dovremmo respingere una manovra qualunquista di natura fascista: seppellire sotto le urla per la punizione della casta (come hanno già fatto i corifei della stampa di destra) le critiche di fondo a una manovra che colpisce ben altro, cioè i diritti e la condizione sociale dei ceti popolari e medi. Non vorrei che a queste urla si associassero, come è già successo in altre occasioni, i simpatizzanti grillini.


La seconda. Le tasse aggiuntive per la parte di reddito eccedente i 90.000 euro (5%) o i 150.000 euro (10%), ipocritamente chiamate da B contributi di solidarietà, sono una misura che vede ridotta la sua potenziale utilità (e soprattutto la sua valenza politica) perché non è stata prevista nessuna patrimoniale. Ricordate la polemica sull’ICI? Abolita su tutta la proprietà, mentre la misura giusta e equa sarebbe stata (in qualche modo ci aveva provato il governo di centrosinistra) quella di toglierla solo sull’unica casa di proprietà. Siamo un paese nel quale una piccola minoranza possiede quasi la metà del patrimonio e della ricchezza nazionale e nel quale la differenza fra ricchi e poveri si è aggravata nell’ultimo decennio, con uno spostamento enorme di reddito dal basso verso l’alto. E quindi la patrimoniale è l’unica misura che può avviare un riequilibrio fra redditi e cittadini. Per questo non hanno voluto farlo, per questo anche l’opposizione parlamentare è quasi silenziosa. Eppure basterebbe appostare qualche finanziere nelle banche luganesi! Sempre La7 ha dato notizia che lì non ci sono più cassette di sicurezza da affittare, figuriamoci nei paradisi fiscali!
La terza. Si continua a parlare di 240 miliardi di euro sottratti annualmente al fisco con l’evasione. La manovra biennale costa qualcosa più di 70 miliardi. Allora? Vogliamo introdurre pene certe e immediate per i grandi evasori (discutiamo pure che cosa si debba intendere per “grandi”)? Vogliamo fare in modo che per ogni evasore che mettiamo in galera facciamo uscire due immigrati o due imputati in attesa di giudizio?
La quarta. Al di là della fine del federalismo fiscale (come dice persino un destro come Formigoni), i mancati trasferimenti agli enti locali (se non ho capito male, qualcosa come 9 miliardi di euro) apriranno catastrofi sociali nei servizi rivolti ai cittadini, a cominciare come sempre dai meno abbienti. E non si capisce come possano permettersi di dire che sanità e istruzione non saranno toccate (ancora!).
La quinta. Forse la più grave, se così si può dire. Abolizione di fatto dell’articolo 41 della Costituzione (vale la pena di riscriverlo: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.”) Attacchi alla contrattazione, ai diritti  sindacali, alla sicurezza. Libertà di licenziamento.
Intanto la borsa di Milano recupera. Si sono accorti che forse era meglio impedire che si potessero vendere titoli senza possederli (cosa per altro sempre avvenuta). E nonostante il divieto ha recuperato. Ma lì non si produce nulla. Lì c’è la finanza, bellezza. Quella cosa che non c’entra niente con il lavoro, con l’intelligenza, con la passione, con il merito. E quindi va bene così. Finché dura. Finché la facciamo durare.
Adesso La7 ha fatto partire il film. Buona visione!

Nessun commento: