giovedì 13 gennaio 2011

CHE GIORNATE!

Siamo un po’ con la palpitazione in attesa di come uscirà il verdetto dalle urne di Mirafiori. Troviamo però il tempo di occuparci di quanto è accaduto oggi.

1) La Corte ha di fatto bocciato il lodo Alfano. Dico di fatto perché commentatori seri (non mavalà Ghedini quindi, o altri della banda) ci hanno spiegato che il rilievo della Corte rimette B nella condizione di qualunque altro cittadino (si fa per dire), che può non presentarsi davanti al giudice se ha un legittimo impedimento, come già ampiamente previsto dalla giurisdizione. Se hai la febbre per l’influenza puoi non presentarti. Non vale cioè per la carica che ricopri (ignobilmente!) ma per un impedimento che il giudice possa considerare legittimo. Qundi, di fatto, bocciatura di quello che era il vero spirito del lodo Alfano: impedire che B si presentasse davanti al giudice non perché legittimamente impedito, ma appunto perché B.


In un recente passato, la Corte ha bocciato il primo lodo, quello Schifani, che aveva lo stesso obbiettivo osceno di quello Alfano. Mi permetto qui un’osservazione che non ho ancora sentito fare: le due sentenze mettono questo povero Paese in una condizione singolare. Quale? Eccola: gli italiani hanno la seconda carica dello Stato (per l’appunto il presidente del Senato) e il ministro della Giustizia che hanno agito in palese contrasto con la Costituzione, cioè sono fuori della legge, della legalità. Ce li dobbiamo tenere? Pensiamo che possa succedere in qualunque altro paese che non sia uno degli staterelli dove B ha le sue residenze private?


2) In casa PD ci sono state le dimissioni dagli incarichi di Fioroni e Gentiloni, e l’annuncio di un voto contrario da parte dei veltroniani, preludio a spaccature ulteriori. Tutto rientrato in estremis, ad eccezione della uscita dalla sala dove si svolgeva la direzione, dell’ex rottamatore sindaco di Firenze. Peccato, poteva essere, se tutto fosse stato confermato, di un avvenimento da salutare con qualche speranza, e cioè che il principale partito di opposizione cominciasse a fare un po’ di chiarezza (o pulizia, se si preferisce) rispetto alla propria linea. L’uscita di qualche ex democristiano ancora legato al peggio di quella esperienza, o di qualche new entry di cui proprio non ci si segnala la necessità. Vedremo nel prosieguo. Certo è che autorevoli commenti hanno colpito nel segno. Segnalo fra tutti quello del direttore della Stampa Marcello Sorgi. Ha detto che nel PD c’è uno scontro simile a quello che c’è stato nel PdL, e che Veltroni è come Fini e Bersani come Berlusconi. Difficile decidere a chi dei due sia stata rivolta l’offesa più grave!

Giuliano Giuliani

Nessun commento: