L’angoscia con la quale viviamo la quotidianità di questo Paese ci spinge a cercare notizie che in qualche modo possano farci intravvedere spiragli di luce.
Una di queste notizie viene, a parer mio, da una discoteca riminese, per quello che è successo dentro e fuori. Soprattutto dentro, perché fuori c’era un gruppo di civlissime/i ragazze/i (che palle con questa lingua maschista, bisognerà cercare di convincere i produttori di tastiere a fornirci un tasto composito!) che manifestavano contro le porcate degli ultimi mesi dietro uno striscione con una sola parola: Indignazione.
Dentro appunto. Ora, una discoteca non è proprio, per come la penso io, il luogo privilegiato della cultura, ma lì, per le ore piccole, quando si realizza il clou dell’evento (così dicono), avevano invitato la protagonista della telenovela del bunga bunga, la Ruby appunto. E allora, dov’è la notizia? La notizia è che è stata accolta dai pochi presenti con qualche fischio e molta indifferenza, e soprattutto che la frequentazione e l’incasso sono stati molto bassi, meno della metà dell’attesa.
Sono assolutamente indifferente al mancato guadagno del proprietario della discoteca, tanto meno a quello della finta nipote di Moubarak (questa scelta, con quello che sta succedendo, può tradire la circostanza che il capobanda di Arcore porta anche sfiga), che si è vista ridurre a un quarto il cachet concordato, oltretutto con ricevuta fiscale, almeno così pare. Ma che questo sia accaduto appunto dentro una discoteca lo considero uno di quei segnali che ci fanno andare a dormire con minore angoscia.
Giuliano Giuliani
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