Ieri sera Maurizio Landini a Che tempo che fa, oggi Susanna Camusso a In mezz’ora: due persone per bene, due dirigenti sindacali che offrono credito e sollecitano rispetto per l’organizzazione che rappresentano. E ottimi messaggi per la politica che, se facesse propri i loro suggerimenti e stimoli, potrebbe anche ricominciare a scriversi con la P maiuscola, come spesso mi capita di scrivere. Fra l’altro, anche una buona televisione, RAI3, che per par condicio dovrà poi ospitare purtroppo anche Bonanni (l’Annunziata ha dovuto quasi giurarglielo), ben diversa dagli altri canali pubblici che propongono come commentatore persino Sgarbi o che dedicano un’intera trasmissione per spiegarci che siccome le griffes adesso le puoi trovare anche al supermarket è segno che la moda “è diventata democratica” (e non invece che non sanno più che cosa inventarsi per fare affari e prenderci in giro!).
Riaprire la trattativa e costringere il padrone a riconoscere il diritto alla rappresentanza (su questo punto appare legittimo cercare di ottenere in Parlamento una legge, tanto più legittimo dal momento che subito il Sacconi si è dichiarato contrario: come dire, la prova che sarebbe un provvedimento ottimo).
Qualche risultato si dovrà cercare di ottenerlo anche sul piano più generale. Penso che, senza ricopiare pagine della storia passata (perché è proprio vero che tutto è cambiato e che il mondo che ci circonda è davvero diverso), si possa confidare in una nuova unità che, sul piano sociale, tenga insieme lavoratori, a cominciare proprio da quei coraggiosi operai della FIAT, giovani studenti e il mondo del precariato. Una unità che riesca a convincerci che ad essa si può solo rispondere con l’unità politica della sinistra, fondata su un progetto che, intanto, metta insieme idee e programmi che abbiano l’ambizione di rispondere ai problemi messi in primo piano dalle lotte degli studenti e degli operai della FIAT.
Intanto un esempio: come è possibile ottenere che tutta la “grande” (si fa per dire) managerialità si dedichi alla produzione e non abbia come obiettivo prioritario l’accrescimento dei (propri) risultati finanziari? Certo, riconoscendo in questa fase che il profitto ha persino una sua dignità rispetto allo sconcio delle speculazioni in borsa e delle stock option. Il ragionamento ci riporta ancora una volta alla questione fiscale, che in questa fase può davvero essere assunta come paradigma di un’azione politica che intende guardare alle grandi questioni della solidarietà, dell’uguaglianza dei diritti, della socialità, della difesa dei deboli. Vogliamo porre con forza l’obiettivo di tassare le rendite finanziarie come tutti gli altri redditi, e in primo luogo i redditi da lavoro? E finirla così con lo scandalo che il salario di un’ora di lavoro viene tassato mediamente con un aliquota del 25% mentre la rendita di un’azione o di un titolo pubblico viene tassata al 12,5%? Non sarebbe questa una strada, quella di introdurre una aliquota più alta fermo restando il diritto per ciascun contribuente di ricalcolare il dovuto nella dichiarazione dei redditi, per giungere anche a una più efficace lotta all’evasione? E a proposito di evasione, vogliamo introdurre pene severe, commisurate alla entità del danno arrecato non solo all’erario, ma a tutti i cittadini onesti e a quelli in difficoltà che proprio a causa dell’evasione vedono costantemente ridotte le proprie garanzie e tutele?
Per oggi basta così. Però parliamone.
Giuliano Giuliani
1 commento:
per bene si, ma paurose nel'esprimere che un sindacato non ha senso di esistere se non si prende la responsabilita' di rivelare l'impotenza davanti al nuovo ordine mondiale....altro che costruire macchine o investimenti, C'e' la necessità di risvegliare le coscienze e indirizzarle verso una vera rivoluzione per sovvertire no Berlusconi...ma bensi -trattato di lisbona-eurozona-...tornando alla sovranita' monetaria e la nazionalizzazione delle banche e di tutte le fonti di produzione economiche socializzando i profitti.
Ma questo per la Camusso, per Landini e' la politica che ci deve pensare......ma facit'amme o' piacere!
hasta siempre
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