venerdì 21 gennaio 2011

UN RIDICOLO IMPEDIMENTO

Per la prima volta (c’è sempre una prima volta), facendo zapping per vedere che cosa mandavano in onda le varie reti, mi è capitato questa mattina di apprendere il sommario delle notizie trasmesse dal TG4. Fra queste, l’informazione che ai funerali dell’alpino ucciso in Afghanistan erano presenti “le alte autorità”. Ohibò, mi sono detto: possibile che il TG del principale servo del capobanda non ne citi, con inchino di accompagnamento, nome, cognome e qualifica? Deve esserci sotto qualcosa. E infatti c’era. O meglio, non c’era proprio, parlando del capobanda. C’era invece la giustificazione, l’impedimento appunto. Non poteva presenziare ai funerali perché terribilmente e tenacemente impegnato a risolvere i problemi aperti sul federalismo, visto che le opposizioni e i comuni italiani (tutti i comuni, compresi quelli amministrati dagli amici del capobanda) hanno giudicato molto male il relativo decreto del governo, chiedendone forti e motivate modifiche e rinvio di almeno sei mesi della decisione.


Ora, c’è qualche imbecille che può davvero credere che B abbia cognizione della questione federalista abbastanza complicata e che ci metta tutto il suo impegno per affrontarla? E che la mattinata non sia stata invece impiegata per trovare una nuova fidanzata; parlare con i suoi avvocati per vedere come rimandare al mittente le richieste dei magistrati; mandare alla Santanchè la promessa di un ministero per ringraziarla delle sguaiate prestazioni orali ad Annozero; rispondere alle proteste dell’amministratore del condominio dell’Olgettina che vuole cacciare le ragazze per via del disturbo recato agli abitanti; e altri impegni nazionali e internazionali del genere? No, non è andato ai funerali perché insieme alle alte autorità c’erano anche rappresentanti vaticani di alto livello. E B si sarebbe trovato forse a disagio, perché anche oltre Tevere hanno cominciato a dire qualcosa. Persino il papa, anche se con una prudenza che travalica la consuetudine: “indebolimento della percezione dei principi etici”. D’altra parte è giusto non pretendere che da quel pulpito si usino le parolacce o il linguaggio pesante che caratterizza i componenti del governo.
Proprio per questo sarebbe il caso che, con la nota circospezione, il papa prendesse le distanze dalle difese di cui si è resa protagonista la becera sottosegretaria, che ha addirittura abbandonato anzi tempo la trasmissione quando Vauro offriva le sue sempre esilaranti vignette. Insomma, essere difesi dalla Santanchè dovrebbe essere considerato da chiunque, figuriamoci dal papa, una offesa insopportabile.

Giuliano Giuliani

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