lunedì 31 gennaio 2011

FEDERALISMO DA BARZELLETTA

“Il forestiero che arriva, sedotto dalla bellezza delle fresche e profonde vallate che lo circondano, s’immagina dapprima che gli abitanti siano sensibili al bello; e in verità essi parlano anche troppo della bellezza del loro paese, non si può negare che ne facciano gran conto; ma è perché questa bellezza attira dei forestieri, il cui denaro arricchisce gli albergatori, la qual cosa, attraverso il meccanismo del dazio, rende alla città.” E anche al signor di Renal, aggiungiamo noi.
E’ un breve brano de Il Rosso e il Nero, di Henry Beyle, meglio noto come Stendhal, che ci introduce alla cittadina, tra il reale e il fantastico, di Verrières, nella Franca Contea, il cui sindaco (il signor di Renal, appunto) utilizza quel dazio per abbellire la parte di città più vicina alle sue proprietà. Il romanzo è del 1830 (per non correre rischi e fastidi per possibili accostamenti con la seconda rivoluzione e la caduta di Carlo X, Stendhal lo retrodatò al 1828), ma ho voluto ricordare quel meccanismo del dazio perché induce a pensare che, con l’introduzione della “tassa di soggiorno”, siamo tornati indietro non di uno ma di due secoli.
Veniamo all’oggi. Questa tassa sta dentro le illogicità degli articoli e degli emendamenti proposti a proposito di federalismo fiscale e dovrebbe permettere di aiutare i bilanci dei Comuni che saranno penalizzati dal mancato trasferimento di fondi statali. E’ evidente la disparità che una simile norma potrebbe introdurre fra Comuni “belli” e Comuni meno ricchi di bellezze naturali e artistiche, e quindi meno capaci di attrarre forestieri danarosi. Ma ancora più grave è che, con tali norme, si finirà per considerare le bellezze naturali e artistiche di questo nostro Paese (sperando sempre che Bondi non aggravi la situazione) non patrimonio nazionale ma ricchezza locale, secondo, appunto, una illogicità aberrante.

E’ che, a questi fantasiosi elaboratori del nulla, non passa minimamente fra le tempie che basterebbe aggravare le pene per l’evasione fiscale e combatterla ancora più duramente di quanto (e meno male) stia facendo la Guardia di finanza. Facciamo due calcoli. Si dice che la tassa di soggiorno potrà essere al massimo di 5 euro al giorno. Bene, dieci milioni di turisti “forestieri”, che si fermano dieci giorni nelle varie città, fanno in tutto 500 milioni di euro, mezzo miliardo. I dati sull’evasione fiscale scoperta parlano di un quarantina di miliardi di euro, e quelli sull’evasione presunta di circa duecento miliardi all’anno. Allora, vogliamo smetterla di prenderci per il flaccido?
Seconda questione. Mi pare il caso di chiedere che vengano resi pubblici gli elenchi nominativi di quegli otto o novemila evasori totali scoperti dalla GdF nell’anno appena trascorso. Per sapere a quale imprenditore, a quale commerciante, a quale professionista non sia più il caso di rivolgersi in caso di necessità. Questione di privacy, oserebbe dire qualcuno? Se lo sentite mandatelo a quel paese, a Verrières!

Giuliano Giuliani

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