venerdì 14 gennaio 2011

SIAMO ALLA FRUTTA

A Genova, in Prefettura, è stato rinnovato il bagno dell’appartamento del prefetto e costruita una veranda sul tetto del palazzo cinquecentesco che ospita la rappresentanza governativa. Maggior decoro e gradevolezza, pare siano state le giustificazioni. Sì, perché l’allarme è stato sollevato (persino Maroni ha drizzato le orecchie e spalancato gli occhi) dal costo dei due interventi: si parla di duecentomila euro, il salario mensile di duecento operai che votano sull’ultimatum del padrone, come è di moda ricordare di questi tempi.
Il prefetto di Genova si chiama Francesco Musolino. Nulla a che vedere, ovviamente, con Giuseppe Musolino, meglio noto come “u rre dill'Asprumunti”, un brigante insomma. Le uniche affinità sono il cognome e la provenienza territoriale.


Tuttavia, il prefetto è il rappresentante del governo sul territorio provinciale. In questo caso ha il triste onere di essere il rappresentante del possibile puttaniere di Arcore (vedi il recente fascicolo aperto sul caso Ruby). E quindi un cesso d’oro e una verandina da “bellu vede” possono rappresentare la normalità. Ma sollevare ugualmente almeno qualche perplessità.

Giuliano Giuliani



Nessun commento: