Nella trasmissione Le Storie – Diario italiano, che va in onda all’ora di pranzo su RAI3, Corrado Augias ha presentato oggi L’ira di Remo Bodei, commentandolo in studio con l’autore,.
Mi ha molto colpito un’immagine colta tra i ricordi del libro: un marine di colore, entrato ad Auschwitz con le truppe americane, si è messo ad urlare con una veemenza inaudita tutto il suo dolore e il suo raccapriccio. Qualcuno ha avuto la grande intuizione di commentare: “Ecco, è tornata l’umanità!”.
Nessun parallelismo, per carità, ma penso che sia utile mettersi a gridare, almeno in qualche occasione. E che sia utile farlo in tanti, tutti insieme, all’unisono o alternandosi, con quelle spontanee regie che si creano anche quando si è in tanti perché rappresentano anch’esse l’espandersi di una forte condivisione, di un comune sentire, di una necessità avvertita.
Avremo fra qualche giorno una importante occasione: il 28 gennaio, fin dal mattino, unendoci allo sciopero proclamato dalla FIOM. C’è da rivendicare la dignità dimostrata dai tanti operai di Mirafiori; il diritto al lavoro senza ricatti vergognosi; un salario che consenta almeno di sopravvivere (adesso si riempiono la bocca di ciò che è in vigore in molte fabbriche tedesche, quelle stesse che hanno mandato a quel paese Marchionne e le sue innovazioni contrattuali); la necessità di garantire il diritto alla rappresentanza nei luoghi di lavoro. Tutti obiettivi che possono, anzi devono, essere ricompresi in un’unica, semplice, ma insieme grande e complicata finalità: la piena applicazione della Costituzione in ogni aspetto della nostra vita quotidiana.
Semplice, perché si tratta di rispettare la legge fondamentale; grande e complicata, perché questa destra balorda e oscena quella legge l’ha già violata più volte e proprio nei suoi cardini.
Essere in tanti, il 28 gennaio. Lavoriamo perché anche visivamente, nelle piazze, risulti chiara un’unità di popolo, a cominciare dai soggetti più presenti oggi sulla scena della riscossa civile: lavoratori, studenti, precari, mondo della ricerca. E gridiamo forte. Perché un urlo capace di rivendicare dignità e cultura è molto più efficace di un sasso: colpisce nei sentimenti e nella ragione. Può far tornare l’umanità.
Giuliano Giuliani
1 commento:
una riflessione "pessimista"
http://robertofabiocappellini.blogspot.com/2011/01/come-reagiremo-mirafiori.html
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