“Il forestiero che arriva, sedotto dalla bellezza delle fresche e profonde vallate che lo circondano, s’immagina dapprima che gli abitanti siano sensibili al bello; e in verità essi parlano anche troppo della bellezza del loro paese, non si può negare che ne facciano gran conto; ma è perché questa bellezza attira dei forestieri, il cui denaro arricchisce gli albergatori, la qual cosa, attraverso il meccanismo del dazio, rende alla città.” E anche al signor di Renal, aggiungiamo noi.
E’ un breve brano de Il Rosso e il Nero, di Henry Beyle, meglio noto come Stendhal, che ci introduce alla cittadina, tra il reale e il fantastico, di Verrières, nella Franca Contea, il cui sindaco (il signor di Renal, appunto) utilizza quel dazio per abbellire la parte di città più vicina alle sue proprietà. Il romanzo è del 1830 (per non correre rischi e fastidi per possibili accostamenti con la seconda rivoluzione e la caduta di Carlo X, Stendhal lo retrodatò al 1828), ma ho voluto ricordare quel meccanismo del dazio perché induce a pensare che, con l’introduzione della “tassa di soggiorno”, siamo tornati indietro non di uno ma di due secoli.


Seconda questione. Mi pare il caso di chiedere che vengano resi pubblici gli elenchi nominativi di quegli otto o novemila evasori totali scoperti dalla GdF nell’anno appena trascorso. Per sapere a quale imprenditore, a quale commerciante, a quale professionista non sia più il caso di rivolgersi in caso di necessità. Questione di privacy, oserebbe dire qualcuno? Se lo sentite mandatelo a quel paese, a Verrières!
Giuliano Giuliani